Una quindicina d’anni fa Poste Italiane acquistava una piccolissima compagnia aerea dalla olandese TNT Traco, che a sua volta l’aveva acquistata da Bud Spencer (all’anagrafe, Carlo Pedersoli). Costo dell’operazione tra i nove e i dieci milioni di euro. In quell’epoca, l’amministratore di Poste Italiane, Corrado Passera (quello stesso Corrado Passera che nel 2008 sarà l’advisor del “salvataggio” di Alitalia…) ipotizzava un servizio postale molto “aereo”, sullo stile di quello americano.
Peccato, però, che successivamente la compagnia (seppure dotata di vertici dirigenziali e di un centinaio di dipendenti) abbia fatto trasportare la maggior parte di lettere e cartoline da Alitalia e Air One, e che questa decisione sia stata presa grazie ad un “bando” al quale furono invitate a partecipare molte compagnie. Meno Mistral Air…
Nel corso degli anni, di Mistral Air (anche se sapete bene chi è, qui trovate il link al sito della compagnia) quale vettore postale si perde ogni traccia. Si afferma però la Mistral Air charterista che trasporta pellegrini da Lourdes a Czestochowa, dal Sinai a Medjugorje, e turisti sul Mar Rosso o chissà dove. Molte destinazione tutte con un comune denominatore: tutte lavorano in perdita. Nessuna attività di Mistral Air produce utili. Allora viene da chiedersi: “Perché non la vendono?”
Il bilancio del 2016 è davvero un’opera buffa…
Quasi 4 milioni di euro di perdita operativa, i ricavi diminuiti del 26% circa e passati da 111 milioni a poco più di 81 senza che, però, la stessa contrazione si sia avuta anche sui costi, anzi... Un esempio di quanto questa compagnia sia strana lo si ha guardando il costo del personale: un dipendente Mistral Air costa mediamente 70.000 euro all’anno, mentre in Alitalia ne costa solo 48.000. E la differenza non è poca. Ci sono poi ammortamenti aumentati di oltre il 60%, investimenti industriali per oltre 600.000 euro quasi del tutto riferiti a ricambi (pezzi di ricambio) da utilizzarsi sugli ATR 72/500 (la compagnia ne possiede 5) che non compaiono sul conto economico.
Un qualsiasi commercialista direbbe che si è scelto di patrimonializzare per rendere più accettabile la perdita nel conto economico, e lo stesso commercialista si chiederebbe se non sia un escamotage per far sì che le perdite risultino inferiori al reale.
Nessun dirigente pare essersi accorto in tempo che le principali destinazioni turistiche scelte dai T.O. partner del vettore erano potenzialmente a rischio: Mar Rosso, Turchia, Tunisia, ecc. ecc. hanno avuto, nel corso degli ultimi anni, pesanti crolli in termini numerici di passeggeri trasportati, e un segnale di “rischio” avrebbe dovuto essere avvertito da chi avrebbe l’obbligo di locare gli aeromobili su tratte redditizie. Invece no.
Mistral Air pare vivere in un cielo tutto suo, un cielo dove la controllante Poste Italiane – che nel corso dell’esercizio è intervenuta con un’iniezione di circa 4 milioni di euro per consentire la continuità operativa pretesa dalle norme vigenti – protegge un’attività di trasporto fortemente e costantemente in perdita, un’attività che si affida a partner del turismo quanto mai dubbi, un’attività fortemente in crisi e a rischio.
Si, perché l’attività di Mistral Air è davvero a rischio. Se non si attueranno interventi decisi sulla riduzione dei costi e sulle strategie commerciali sia a riguardo delle merci che del traffico passeggeri, la compagnia è destinata a non avere alcun futuro. E questo sarebbe un gravissimo problema innanzitutto per i lavoratori, ma anche sicuramente per il mercato che non ha alcun bisogno di altri disastri (annunciati).
E’ evidente che nutriate un forte astio nei confronti della balkan express, che nonostante tutto continua ad operare, mentre voi mi sembre sono mesi che vi auguravate scomparisse. Vedere che tuttosommatto sia riuscita a superare una stagione che si preannunciava difficilissima deve avervi provocato fortissimi mal di stomaco. Un consiglio, piuttosto che cercare di distruggere/denigrare il lavoro di altri, dedicatevi a costruire qualcosa, sono sicuro che siete capacissimi.
Caro Futurez,
nessuno si augura mai la scomparsa di un’impresa che mantiene posti di lavoro e crea economia, e se c’è qualcuno che augura o si augura cose simili è un pazzo.
E non nutriamo neppure astio, che lasciamo ai vostri clienti: siamo dispiaciuti, ecco, dispiaciuti di vedere come, in tempi così difficili per il turismo, ci siano ancora soggetti che – improvvisandosi professionisti – lo danneggiano ulteriormente. E gravemente.
Nessun mal di stomaco, che nuovamente lasciamo ai vostri clienti, e in quanto al costruire… Signori, il vostro è il pulpito più inadatto dal quale predicare 🙂
Posso chiederle come mai sostiene che gli amministratori della balkanexpress si stiano “improvvisando professionisti” e che addirittura stiano danneggiando il mercato ulteriormente?
Non li conosco di persona, ma ho l’impressione che abbiano fatto una scommessa coraggiosa/spericolata nel tentativo di rilanciare una destinazione che molti davano per compromessa come Sharm.
Le scommesse coraggiose sono sempre da apprezzare, ma è necessario siano davvero scommesse e non solo “azzardi” che si trasformano in bolle di sapone…
Una destinazione compromessa non si rilancia con vane promesse (voli da tutta Italia poi ridotti alle solite partenze e anche cancellate…) ma con programmazioni attente e in linea con leali possibilità, sia dell’organizzatore che del mercato.