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Nel dialetto reggino, questo proverbio ci ricorda come sia facile dimenticare le cose importanti (in questo caso la celebrazione del Santo…) già il giorno dopo, lasciandosi alle spalle promesse, doveri, impegni. E le compagnie low cost hanno la memoria molto corta.
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Beh… Noi non vogliamo assolutamente dimenticare quello che molti agenti di viaggio e moltissimi passeggeri hanno patito ieri accampati negli aeroporti italiani ed europei (ma anche in altri Paesi ben più lontani…), ostaggio di compagnie aeree e di alcune sigle sindacali dei controllori di volo.
Non solo. Non voler dimenticare è una cosa, voler ricordare a tutti che è nostro dovere agire affinché di domeniche 17 luglio come quella di ieri non ve ne siano più diventa un compito da svolgere quotidianamente, senza sosta, senza badare ad altro se non a ricordare e far ricordare.
Non è un segreto per nessuno che le compagnie low cost – quelle che ieri hanno dato il peggio – percepiscono più che lauti finanziamenti dalle società aeroportuali, in particolar modo quelle partecipate da Enti Pubblici: WizzAir a Bari, Ryanair a Brindisi, Crotone, Trapani, Alghero, Ancona, Ciampino, Bergamo e altri, sono solo una parte degli aeroporti italiani “controllati” da queste compagnie. E, aggiungiamo, spesso questi “incentivi” vengono erogati senza pianificazione e controllo, così da risultare non solo inutili ai fini dell’economia regionale, ma addirittura, dannosi, vero spreco di denaro pubblico.
Il funzionamento di questo rapporto perverso è alquanto semplice: o i territori desiderosi di turismo (e quindi di lavoro…) pagano, o queste compagnie non si sognano neppure di metter giù le ruote neppure in caso di emergenza! E, quindi, i Comuni pagano ponendo queste somme a bilancio nelle maniere più fantasiose: marketing pubblicitario, o costi per lo sviluppo di nuove rotte o anche spese per la valorizzazione del turismo locale.
Tutto ciò è realtà, non è fantasia. E che il denaro che viene regolarmente elargito alle compagnie low cost sia pubblico, è anch’essa una realtà.
Quindi sia lo Stato a fare ciò che deve, sia lo Stato a tutelare gli italiani che – dopo aver anche loro foraggiato le compagnie low cost con le tasse – si vedono abbandonati a loro stessi per incapacità, ingordigia e menefreghismo di Michael Kevin O'Leary, József Váradi, Stelios Haji-Ioannou, Carlos Muñoz e Lázaro Ros: paghino il loro personale di bordo e di terra secondo regole comuni al trasporto aereo e in linea con le norme dei Paesi dai quali ricevono sovvenzioni, o paghino le più elevate sanzioni possibili per questo comportamento vergognoso.
AIAV ha scritto più e più volte a queste compagnie chiedendo loro rispetto: per i passeggeri, per gli agenti di viaggio, per il mondo del lavoro e per il Turismo in generale. Peccato non abbiano neppure dato segno di aver inteso che non ci saremmo fermati all’assenza di una risposta.
Dopo la diffida siamo passati alla segnalazione/denuncia all’Autorità di Regolazione dei Trasporti ed all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e ora ci apprestiamo ad agire nelle aule di Giustizia, perché queste situazioni devono assolutamente cessare. E non parliamo solo del mancato rispetto degli obblighi verso i passeggeri, obblighi assunti contrattualmente (non dimentichiamo mai che un “biglietto aereo” equivale al “contratto di trasporto”), ma anche delle continue diffamazioni nei confronti nostri e delle nostre agenzie.
Ci servirà il vostro aiuto, e ve lo chiederemo. E a quel punto starà a voi aiutarci a far valere i diritti di tanti – vostri inclusi – o girarvi dall’altra parte.
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