Bilancio Ryanair al 31 marzo: -81%.
La Ryanair compie 35 anni, e mai le era capitato di festeggiare con una perdita netta di un miliardo e qualche spiccio di milioni. Un -81% sia come ricavi che come numero di passeggeri imbarcati.
Ma l'istrionico amministratore delegato, Michael O'Leary, resta ottimista: la ripresa è incominciata, grazie alla riapertura al turismo della Gran Bretagna, ed in attesa di Italia, Grecia e Spagna. Il prosieguo della campagna vaccinale farà il resto. Il secondo semestre dell'anno dovrebbe attestarsi su buoni valori di traffico, e comunque la compagnia può ancora contare su di una liquidità superiore ai 3 miliardi, una cifra di tutto rispetto di questi tempi; numeri che le dovrebbero permettere un pareggio di bilancio nell'esercizio 2022.
D'altra parte il blocco, pressoché totale ed improvviso, del traffico aereo, i continui lockdown e le limitazioni in ingresso ed uscita dai vari Paesi, non potevano che causare uno tsunami del genere. Tale da portare alla riduzione di circa 3000 dipendenti, il 15% del totale, per dimezzare i costi del personale.
O'Leary ha anche approfittato del periodo per limitare il potere degli azionisti extra UE, in modo da difendere la licenza di volo nel post Brexit, e per trattare i diritti di scalo con diversi aeroporti europei, così da poter allargare ancora il suo network. Nell'attesa che i 210 Boeing 737 max ordinati vengano consegnati.
Ryanair ci tiene però a sottolineare quella che, a suo avviso, è stata ed è una chiara concorrenza sleale: i cospicui aiuti di stato erogati dai rispettivi governi a favore delle compagnie di bandiera, che avrebbero probabilmente rischiato di trovarsi in una condizione di insolvenza. Alitalia, per cui occorrerebbe purtroppo un discorso a parte, Air France/Klm, Lot, Lufthansa, Sas, Tap si sarebbero trovate in grandi difficoltà, senza le iniezioni di liquidità ricevute.
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