Dario FRANCESCHINI, classe 1958, nativo di Ferrara, viene catturato dalla passione politica giovanissimo, tanto da costituire – nel 1974, ancora liceale – l’Associazione Studentesca Democratica. Dopo la laurea in giurisprudenza diventa avvocato, professione che mantiene in ambito civile fino al 1985, quando la abbandona per seguire definitivamente la politica.

Iscritto alla DC e seguace di Benigno ZACCAGNINI, la sua carriera prosegue fino all’approdo al PPI, dove giunge ai posti di comando del partito. Col Governo D’Alema diventa sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ed assume la delega alle Riforme Istituzionali; mantiene il medesimo ruolo anche col successivo Governo Amato, e nel frattempo è parte attiva nella costituzione della Margherita.

Un ulteriore balzo lo vede tra le fila dell’Ulivo, con la carica di capogruppo alla Camera.  Alla nascita del PD, Walter Veltroni lo vuole quale vicesegretario del partito del quale diventerà successivamente, segretario nazionale. Tenta le primarie contro BERSANI e MARINO e perde. Già Capogruppo del PD, sotto il Governo Letta viene nominato Ministro ai Rapporti con il Parlamento. Infine il balzo sul carro di Matteo Renzi del quale diventa fedele sostenitore.

E grazie al quale, oggi, è il nostro neo Ministro ai Beni Culturali ed al Turismo. Altra passione di Dario FRANCESCHINI è la scrittura: ha infatti pubblicato tre libri dal titolo “Nelle vene dell’acqua d’argento” (2006), “La follia improvvisa di Ignazio Rando” (2007) e “Daccapo” (2011) dal titolo vagamente profetico tant’è che lo ritroviamo “daccapo” tra gli uomini alla guida della politica italiana.

 Un bene? Un male? E’ la domanda che il mondo del turismo si pone da alcuni giorni chiedendosi anche, e soprattutto, se non sarebbe stato più opportuno ricercare un soggetto con esperienze e radici diverse se non, forse, rinnovare l’incarico a Massimo BRAY che, seppure avesse fatto ben poco per il Turismo, si era almeno impegnato sul fronte dei Beni Culturali.

Comunque sia, dare giudizi oggi è sciocco e prematuro, e crediamo sia giusto osservare con attenzione le sue prime mosse prima di decidere se questo Ministro saprà aiutare, o no, il nostro settore.

Uno dei principali impegni del Governo Renzi si gioca sulla revisione del Titolo V della Costituzione, e proprio su questo punto il turismo guarda con la massima attenzione: la necessità di una legiferazione armonica e centrale su questioni quali la Direzione Tecnica, le norme a tutela delle professioni turistiche, la definizione dell’autonomia concessa alle realtà associative (e di conseguenza le misure da adottare contro l’abusivismo dilagante), l’abolizione delle Tasse di Concessione Governative in quelle poche regioni che ancora le esigono oltre – ovviamente – alla riscrittura di norme attuali e in grado di dare sostegno alle professioni e alle imprese del turismo, sono tutte problematiche racchiuse all’interno di questo elemento costituzionale che sarà il principale nodo da sciogliere.

A Dario FRANCESCHINI spetterà inoltre il compito – sempre che ne sia capace – di riallacciare i fili del dialogo con le tante Associazioni di Categoria che aspettano da lungo tempo una briciola di attenzione per i lavoratori rappresentati.

Quindi non ci resta che dire “Auguri, Ministro Franceschini, noi la sosterremo quando farà bene e la criticheremo quando bene non farà, senza preconcetti e augurandoci lei si renda conto che il dicastero che porta sulle spalla può davvero essere la carta più importante tra quelle che l’Italia può giocare per la sopravvivenza e la crescita”.