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Non sarà stato il migliore, ma è comunque stato un punto di partenza.

La tavola rotonda indetta dall’associazione ADV UNITE presieduta da Cesare Foà, svoltasi a Roma lo scorso venerdì 27 settembre, avrebbe sicuramente potuto dare di più ai partecipanti e al comparto sia in termini di contenuti, sia di risultati: una scaletta di interventi non perfetta, una forse eccessiva partecipazione degli agenti presenti, la voglia di affrontare troppi argomenti di grande importanza tutti insieme… Troppo per un pomeriggio, e sarebbe stato troppo anche per giorni e giorni di lavoro.

Temi quali l’abusivismo, il rapporto con le istituzioni, la rappresentatività e le problematiche da sempre collegate al Titolo V – solo per citare alcuni degli argomenti trattati – richiedono molto tempo, molta applicazione e la calma riflessione che non può certo giungere da una platea nervosa in quanto vittima delle situazioni in discussione, una platea che vorrebbe soluzioni immediate per le proprie attività.

Se il risultato non è stato quello auspicato – ovvero giungere ad un documento riepilogativo condiviso sul quale richiedere l’interesse delle istituzioni – Cesare Foà è comunque riuscito nell’impresa di portare nella stessa sala alcune associazioni di categoria (Fiavet Lazio, Aidit, AIAV oltre ovviamente ad AdV Unite) e una platea numerosa di agenti di viaggio, notoriamente poco inclini ad abbandonare la propria sedia per discutere di argomenti diversi dalle vendite.

La considero un’impresa non da poco innanzitutto per la dimensione associativa del padrone di casa che ha dimostrato una caparbietà non comune nel voler affrontare tematiche complesse coinvolgendo la base, una dimensione locale che – in alcune circostanze – l’hanno resa bersaglio di critiche ironiche, e in secondo luogo per aver fatto emergere alcune contraddizioni importanti. Quali?

A mio modesto avviso, e nell’ordine, l’assenza dei network (ovviamente invitati…) che non vedono alcun interesse diretto in queste occasioni (ci sarebbe l’interesse delle agenzie, ma poco importa…), dei vertici di tre associazioni nazionali – Fiavet, AssoViaggi ed FTO – che hanno forse attribuito un ruolo di scarsa importanza a chi li aveva gentilmente invitati, ed infine nuovamente l’assenza della stampa di settore che ha visto nella sempre presente Marina Firrao l’unica rappresentante.

Le ho definite “contraddizioni” in quanto in sala sono mancati alcuni dei soggetti che sulle agenzie di viaggio fondano il loro business e che nella loro voglia di maggiore coesione dovrebbero vedere un importante motivo di interesse. Pazienza, per loro è solo un’occasione mancata ma per gli agenti di viaggio dev’essere oggetto di attenta riflessione.
Cosa succederà ora? Ci saranno la voglia e la volontà di intraprendere un percorso comune se non tra tutte le associazioni almeno tra quelle che hanno dato il “via” a questo movimento? Gli agenti di viaggio avranno voglia di appoggiare questo tentativo? I network e i T.O. sapranno far tesoro di questi sforzi congiunti per ridare maggior forza – e serenità – al sistema?

Vedremo…

Fulvio AVATANEO

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