I posti di lavoro ci sono, ma a mancare sono i lavoratori, poco interessati al turismo!
Le principali compagnie aeree europee hanno già dato una potente sforbiciata alla programmazione prevista per il semestre aprile-settembre 2023, cancellando ben 500 voli al giorno per un totale di 90.000 voli cancellati nel periodo più “caldo” dell’anno, quello in cui si concentrano le vacanze estive in tutto il mondo.
I numeri arrivano da Airlines Data Inc. che non si limita a dire ciò che già è stato fatto ma che sottolinea come siano allo studio altre misure per contenere, nei fatti, il trasporto aereo: la società di ricerca fa sapere che è allo studio un ulteriore riduzione dei voli per le prossime settimane e che alcune compagnie aeree stanno ricorrendo a misure straordinarie quali un’aggiuntiva riduzione del 5% dei voli in arrivo e partenza per il mese di maggio e una limitazione a 66.000 al numero di viaggiatori giornalieri in partenza per lo stesso mese (aeroporto di Amsterdam), mentre Londra Heathrow ha vietato l’inserimento di nuove frequenze per tutta l’estate.
Il motivo è da ricercare nella scarsità di personale sia di volo che di terra che colpisce compagnie aeree, società di gestione aeroportuali, aziende occupate nell’handling, controllori di volo. Questo è il fronte aereo, ma sono molti i comparti del turismo organizzato in cui si soffre. Gli stabilimenti balneari, per esempio, sono alla disperata ricerca di bagnini e addetti spiaggia; i ristoranti non trovano personale per la cucina e la sala; gli alberghi hanno bisogno di personale per le camere e la reception; le agenzie di viaggio mancano di addetti vendita volenterosi. Insomma, sono tutti impegnati nella ricerca dell’anno: quella del collaboratore.
Colpa della pandemia? Degli stipendi bassi? Della scarsa voglia di lavorare nei fine settimana? Forse la colpa è di un mix di questi fattori, ma la certezza è che la carenza di personale sarò l’incubo maggiore per i turisti del 2023.
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