Sono più di una le reti distributive che, nel corso degli anni, hanno fatto bandiera del famigerato “Sconto 10% sui cataloghi di tutti gli operatori” , reti che hanno “craccato” il sistema snaturando la vendita del viaggio e trasformandola nella vendita dello sconto. Che il vendere scontando non sia la migliore delle idee lo dicono i conti economici dei gruppi che, questa strategia, l’hanno attuata e la attuano…

Conti perennemente in rosso che tengono col fiato sospeso molti fornitori, conti che implicano pesantissimi ricorsi al credito e conseguenti costi, con ulteriore erosione della marginalità. Però, nonostante tutto questo, lo sconto procede, tanto che anche le reti nate da poco sulla falsariga delle precorritrici di questa strada ne fanno largo sfoggio sia nei processi di affiliazione commerciale finalizzati all’apertura di nuove agenzie, sia in fase di vendita al cospetto di un cliente sempre più attento alla spesa. Ma… Questo sconto del 10% è poi cosa reale o… No?

Tanti sono stati – e tanti sono – i dubbi degli agenti di viaggio, per molto tempo convinti che a questi grandi gruppi venissero riservate condizioni tanto vantaggiose da potersi permettere di tagliare una bella fetta delle commissioni continuando a marginalizzare, convinzione abbandonata quando si è chiarito che le stesse condizioni dei T.O. non sono in grado di concedere più di tanto a nessuno.

Poi sono arrivate le prime spiegazioni mescolate alle lamentazioni di parecchi “affiliati” i quali, dopo aver pagato notevoli quantità di denaro per entrare a far parte di queste reti così performanti, scoprivano che – grazie soprattutto agli sconti – i loro margini erano decisamente bassi, tanto bassi da costringerne parecchi a lasciare.

Oggi arrivano altri dubbi, più pesanti e destinati a lasciare il segno:  quel 10% di sconto è reale o no? E se non lo è, da cosa è compensato? Voi cosa ne pensate?