Gestire un sito come quello di AUTOTUTELA vuol anche dire, a volte, scoperchiare quelle pentole che – sempre sul fuoco – non appena aperte iniziano a far uscire il contenuto bollente facendolo colare sul fornello. Rendendolo, magari, più sporco di quanto già non sia. Quando abbiamo iniziato a parlare di network e franchising non ci aspettavamo di trovare tanta "serietà e capacità imprenditoriale" come, invece, pare ci sia. E, inoltre, dobbiamo dire che è un mondo di "amiconi" dove tutti si vogliono bene e si danno grandi pacche sulle spalle.  A riprova di ciò, pubblichiamo una lettera giuntaci da Gianni Innocenti, patron – o ex-patron – del network in franchisingBUONA VACANZA” e indirizzata ad un destinatario da Innocenti definito “il pasticciere”.  Abbiamo deciso di pubblicarla lasciando i commenti agli Agenti di Viaggio

Se sei uscito dall’università “giusta” – quella dalla quale escono i geni della finanza – ma i voti dicono chiaramente che non eri un granché di studente, difficilmente troverai un buon lavoro.  Ma se intendi comunque entrare nel mondo dei soldi e della finanza, diventa anche tu un “finanziere-pasticciere”!

Potrai, senza impegnare i soldi che non hai, comperare e vendere aziende e sentirti finalmente il “Ricucci de noantri”! Affinché la tua “torta” finanziaria riesca, dovrai:

  • scegliere il settore giusto, abbastanza in crisi e poco avvezzo alla finanza: il TURISMO
  • scegliere l’azienda da “intortare”: si suggerisce un network con almeno sei anni di vita, un centinaio di punti vendita, un marchio conosciuto e un giro d’affari di un tot di milioni;
  • farti presentare da gente “del giro” come un solido finanziere nonché socio di una o più banche;
  • incontrare il potenziale pollo… Opps, pardon… il potenziale “intortato” in un bell’ufficio centrale, magari in piani alti di grattacieli milanesi. Modello “garconierre”, insomma…
  • sottoscrivere con “l’intortato” un bel patto che ti veda proprietario del 51% del capitale sociale così da far finanziare la “torta” dai tuoi soci banchieri. Bada bene di far sottoscrivere una clausola che consenta il recesso dietro restituzione di quote/soldi qualora le premesse non si verificassero.
  • assicurare – a parole – un grande apporto finanziario. Anche un 1.800.000 euro vanno bene. Troppi? Non preoccuparti… Non li pagherai mai!

Fatto tutto questo, comincia a cucinare la torta nel giusto modo. Per impastarla dovrai:

  • presentarti quale un ibrido tra Alice nel Paese delle Meraviglie e Pinocchio, così da fa colpo sui dipendenti che chiamerai a lavorare promettendo loro – novello Brancaleone – ori e gloria.
  • porre un uomo fidato – possibilmente dall’animo dell’infame Jago il traditore – alla “cassa”, a controllare i quattrini che entrano e che non devono mai uscire. Qualora l’infame ti ricordi che ci sono le pratiche dei T.O. da pagare, digli che non ti fidi (il mondo del turismo è pieno di T.O. malfattori…) e fai chiedere una fidejussione. In questo modo risolvi tutto…
  • rendere più ricco il buffet, “cuocendo” contemporaneamente più torte e dicendo ad ognuna di esse che le altre sono acide e cattive. In questo modo, le torte – che hanno un anima… - non capiranno nulla e non si rivolteranno mai contro di te.
  • se, per acquistare gli ingredienti, hai bisogno di liquidi, chiedili ad una banca badando bene a non fornire mai garanzie personali: usa quelle degli “intortati”, piuttosto…

Siamo ormai alla cottura!

A questo punto la tua “torta-finanziaria” è pronta!  Gli ingredienti sono costati ZERO, il sapore – visto che è condita con la presa per i fondelli a molta gente – è squisito e, se la vuoi rivendere, in poco tempo è diventata appetibile anche dai buongustai.  Quindi… Perché studiare tanto all’università quando c’è l’arte bianca capace di rendere molto investendo nulla?

Nota di GIANNI INNOCENTI - Ho voluto scrivere senza indicare il nome del “pasticciere” anche se, molti di voi, già lo conoscono. Ora la vicenda è in mano agli avvocati ma ho voluto comunque mettere in guardia tutti gli operatori del turismo dal fidarsi di chi si definisce “finanziere” ma è in realtà solo un “pasticci…one”! E neanche in buona fede…