Al convegno di ieri, organizzato da AUTOTUTELA in occasione della BIT 2010 e dal titolo speranzoso “Innovazione della rete distributiva turistica: possibile?” si è registrato un buon successo di pubblico: sala piena, persone in piedi e molta attenzione ai relatori, tutti quanti importanti professionisti del settore. Tutto bene, quindi? No, non proprio...

 

Innanzitutto parliamo dei relatori:

  • Graziella Jenna Landini – Pres. CdA Press Tours
  • Luca Battifora – D.G. G40 Network
  • Agatino Falco – D.C. One Travel Network
  • Roberto Gentile – A.D. Frigerio Viaggi Network
  • Corrado Munarin – D.G. Condor T.O.
  • Carmine Prencipe – A.D. Trawel T.O.
  • Fabio Vergottini – A.D. Consulenti Vacanze Network
  • Ivano Zilio – A.D. Network Team

Tutti personaggi conosciuti e stimati, responsabili di grandi aziende e importanti reti distributive. Tutti capaci e tutti graditi in quanto persone più che serie e più che oneste. Ma... Davanti alla domanda “Cosa possiamo fare per “innovare” il comparto della distribuzione?” si sono incagliate. Per carità... Ricette certe non ne esistono: parliamo di 13.000 aziende, perlopiù piccolissime, difficilissime da guidare anche quando le stesse sposano i principi di una rete, di un network. Eppure, nonostante ciò, ci saremmo aspettati di più rispetto al vecchio che è stato ripetuto.

Noi, da critici forse esagerati, siamo usciti dalla sala convinti che le idee manchino per la paura di dover abbandonare un modello che, seppur vecchio, è l'unico che si conosce e che, quindi, si usa.

Si è detto che le AdV devono avvicinare maggiormente la tecnologia, devono curare la formazione, fare marketing, selezionare meglio i fornitori e ridurne il numero, selezionare meglio i fornitori e aumentarne il numero. Si è detto tutto e il contrario di tutto. Ma cosa fare per rinnovare una distribuzione piuttosto “asfittica”... Nebbia.

In definitiva è emerso che i T.O. vorrebbero agenti più “preparati” per meglio affrontare il cliente del terzo millennio, ma nello stesso tempo non investono neppure un euro sulla formazione. Si chiede un maggior avvicinamento alla tecnologia, ma a quale? Non esistono due operatori che abbiano deciso di condividere un modello tecnologico uguale. Tutto diverso, tutto da replicare N volte per soddisfare la voglia di unicità (spesso anche di scarsa qualità...) dei T.O.. Più operatori, meno operatori. Il tutto dipende dalla convenienza del momento.

Tutta roba vecchia.

Proviamo, invece, a immaginare più operatori che mettono sul tavolo un po' di soldi, neanche tanti, e fanno elaborare programmi formativi sul prodotto (non su quello del proprio brand, parliamo proprio di geografia pura e semplice), sulle norme di Legge, sulle tecniche di marketing elementari, sul web. Cose semplici e di poco costo che, però, potrebbero rappresentare un buon passo in avanti. E un AdV più “capace” è certamente una risorsa migliore per l'operatore.

Immaginiamo una tecnologia “comune e aperta”, con un sistema di prenotazione on-line condiviso da più operatori (meno roba da conoscere, meno confusione, un risparmio enorme...) e aperto anche agli agenti che potrebbero inserirvi piccole programmazioni (magari di incoming) da trasformare in patrimonio comune.

Pensiamo a campagne promozionali – cartellonistica stradale, mezzi pubblici, stampa, ecc. ecc.– dove non si dica “Parti con soli xxx euro per vacanze da sogno” o “Prenota oggi e spendi meno” ma piuttosto si inviti il cliente a recarsi in agenzia: “Prenota le nostre proposte nelle agenzie di viaggio: più consulenza, più assistenza, meno fregature!” Quanti punti guadagnerebbe il rapporto tra produzione e distribuzione? E tra questi e i clienti?

E ancora... Alla domanda “Cosa fanno i network per portare clienti nelle agenzie loro affiliate?” è stato un silenzio imbarazzante. Ma, allora, le reti servono o no? Servono veramente alle agenzie o sono utili solo a loro stesse? O, addirittura, rappresentano ormai un peso al sistema? Vogliamo innovare anche in questo campo?

Bene, smettiamo di pagare quote d'accesso. Consideriamo il network alla stregua della televisione commerciale e non della Rai: vuoi guadagnare? Bene, allora datti da fare e fammi divertire, altrimenti a fine anno non guadagni. Forse è troppo facile assicurarsi il primo guadagno con i soldi degli affiliati e il "grasso che cola” con le over commission, forse sarebbe meglio che le agenzie pagassero a fine anno, a consuntivo: "Grazie a te ho guadagnato X euro in più e ho avuto accesso a tutta una serie di servizi che mi hanno aiutato. Non pago mille euro ma anche duemila, perché mi hai reso". Ma se prima devo pagare e poi l'innovazione è la stessa tariffa netta che tutti hanno o un cartellone da mettere in vetrina... Poco, troppo poco.

Cosa ne pensano gli affiliati ai 121 network esistenti?