Attesa carica di speranze, ma quella più grande è che non giunga una doccia fredda.
Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a discutere e varare Il Decreto Sostegni Ter col quale “puntellare” le attività dei settori più colpiti dal protrarsi degli effetti economici della pandemia.
Sull’esito dei lavori pesa sostanzialmente la ridottissima misura della “coperta” che il Governo intende mettere a disposizione per soddisfare gli aiuti richiesti, che sono invece tantissimi e tutti di buon peso.
Comunque, le prime indicazioni interessano:
- una breve prosecuzione della cassa integrazione Covid-19 per i primi mesi del 2022;
- nuovi sostegni al turismo;
- nuovi sostegni alle imprese chiuse (eventi, discoteche);
- nuovi sostegni a spettacolo e sport;
- ipotesi di equiparare nuovamente la quarantena a malattia;
- congedi parentali per lavoratori con figli under 14 anni in caso didattica a distanza.
Anche i ristoratori – che dall’inizio della pandemia hanno dichiarato mancati incassi per 56 miliardi, la chiusura di 45mila attività con la perdita di circa 300mila posti di lavoro – lamentano una domanda impoverita a causa delle persone in isolamento causa Covid (oggi davvero molte), lo smartworking che coinvolte circa 5,5 milioni di persone, la praticamente totale assenza di turismo straniero. E quindi chiedono nuovi aiuti economici che consentano loro di mantenere aperti i locali. Difficile che le loro nuove richieste vengano accolte, ma, se così fosse, le già scarse risorse si assottiglierebbero ulteriormente.
Ma le risorse stanziate, a quanto ammontano esattamente? Su questo argomento c’è parecchia incertezza, ma le ipotesi più realistiche vedono una disponibilità non superiore ai due miliardi di euro, di cui uno già stanziato in Legge di Bilancio e un secondo rosicchiato rinviando a data da destinarsi stanziamenti meno impellenti.
Basteranno per tutti? Assolutamente no, quindi l’atteso Sostegni Ter accontenterà pochi e poco, centellinando ogni euro nel rispetto della regola “poco a tanti”. Per dare la dimensione delle necessità rapportate alle risorse disponibili, il Ministro Garavaglia ha richiesto un pacchetto di aiuti che si può sintetizzare in questo modo:
- proroga CIGS Covid;
- esenzione dal pagamento dell’IMU;
- agevolazione sui canoni di locazione di alberghi e strutture ricettive in genere;
- voucher per le agenzie di viaggio;
- sostegni a fondo perduto per le discoteche;
- decontribuzione per i lavoratori che rientrano dalla cassa integrazione;
- istituzione di una specifica sezione nel “Fondo Nuove Competenze del Turismo”.
Il tutto con un costo per lo Stato di oltre un miliardo e mezzo di euro oltre ai settecento/ottocento milioni ipotizzati per l’eventuale proroga della CIGS. È quindi chiaro che in assenza di uno scostamento di bilancio importante – che il Governo pare non voglia neppure considerare – le speranze del turismo, ma non solo di questo, sono destinate a naufragare nel mare dell’impossibile.
Sulla cassa integrazione Covid pesa, inoltre, il fatto che dal 1° gennaio 2022 siano entrati in vigore i primi punti estrapolati dalla riforma degli ammortizzatori sociali (vedi slide illustrative) ai quali sia il Ministro del Lavoro On.le Andrea Orlando, che il Presidente del Consiglio Mario Draghi, intendono legare tutte le richieste pervenute in tal senso e, questo, farebbe scomparire dallo scenario la CIGS Covid (gratuita) per dare spazio ad una Cassa Integrazione al cui costo contribuirebbero datori di lavoro e dipendenti (vedi Circolare 1 del Ministero Lavoro).
Ovviamente è lecito e doveroso augurarsi che il Governo trovi una soluzione ai tanti, troppi problemi che pressano il nostro settore: sino ad oggi la CIGS Covid è stata – nonostante la sua esiguità e i ritardi nell’erogazione – l’ultima barriera ad opporsi ai licenziamenti, già consentiti, tra l’altro, da novembre.
E ci si augura che il Governo valuti anche che, oltre ai problemi legati alla mobilità tra diversi Paesi e alle misure di sicurezza che colpiscono il turismo più di altri settori, il nostro Paese e l’intera Europa sono alle prese con un forte aumento dei costi energetici che vanno ad influire su ogni aspetto del lavoro e della vita.
Suggeriamo comunque di valutare con attenzione quelle che saranno le “regole d’ingaggio” per l’accesso alla CIG in futuro, visto e considerato che i provvedimenti sono già in vigore e che il Governo non intende più, in alcun modo, “regalare” denaro e/o servizi.
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