Siamo convinti che, tra le destinazioni più belle e complete del Mediterraneo, la Grecia faccia un po’ la cosiddetta “parte del leone” grazie ad un clima eccezionale, un sole generoso da primavera ad autunno, mare splendido ma, soprattutto, un territorio in grado di accontentare gli amanti della storia e dell’arte, della cultura e della tradizione, del divertimento e del relax totale. Ma l’estate che è alle porte, come sarà?

 

Asfissia per cinque anni”. Titolava così, domenica, il quotidiano ateniese Ethnos, riferendosi al pacchetto di misure di rigore varato dal Governo greco per fronteggiare lo stato fallimentare del Paese. Un titolo che motiva l’agitazione nel quale vive la popolazione e le reazioni furiose ad una situazione conosciuta da sempre ma mai ragionevolmente affrontata.

I tagli colpiranno tutti, e pesantemente: dall’abolizione della 13° e 14° mensilità alla riduzione del 20-25% degli stipendi, dalla perdita delle indennità di licenziamento all’assenza di ammortizzatori sociali per le oltre 65.000 aziende sull’orlo della bancarotta. E’ ovvio che sindacati e cittadini non hanno fatto attendere le reazioni.

Oltre agli scontri di piazza abbondantemente riportati da tutte le televisioni, ieri sono stati cancellati 110 voli nazionali e si è fermato il trasporto pubblico urbano e interurbano, incluso lo stop totale dei servizi ferroviari e del traffico marittimo. Sono anche iniziati gli scioperi degli uffici pubblici delle scuole e degli ospedali. Tutti segnali che anticipano un periodo di grande instabilità sociale e politica per la Grecia, dove i vari partiti si stanno arroccando su posizioni di difesa utili a scaricare le responsabilità e a caricare gli animi, qualora ce ne fosse bisogno.

Ma, a questo punto, ci chiediamo: come sarà l’estate turistica della Grecia? E’ ovvio che una stangata sociale di questa portata, alla vigilia delle vacanze di milioni di persone, può causare scossoni non da poco. Possiamo infatti immaginare, come già accaduto nel passato e in altri paesi – Italia compresa – che i turisti possano diventare un’ottima “pistola carica” per ricattare compagnie aeree o società alberghiere, istituzioni pubbliche e private, magari per ottenere migliorie salariali o contrattuali delle quali oggi, i lavoratori greci, vengono privati.

A quel punto, cosa potrebbe succedere? Quali sarebbero le responsabilità degli operatori del turismo? Abbiamo posto la domanda a due avvocati esperti del Diritto del Consumo, precisamente l’avvocato Francesco COSI per TurConsumatori e l’avvocato Bartolomeo GRIPPO per l’ADOC.

 “La vacanza non è solo la possibilità di mangiare e dormire in un contesto diverso dall’abituale ma è soprattutto il pieno godimento del proprio tempo libero, all’ombra di negatività e problemi che l’attuale situazione in Grecia possono far supporre saranno presenti nel corso della stagione estiva.” Così l’avvocato  Francesco COSI di TurConsumatori, che continua “Seppure consci dell’inesistenza di responsabilità dell’operatore italiano, qualora i clienti dovessero vivere forti disagi causati da una situazione oggi conosciuta scatterebbe, per loro, la possibilità di richiedere rimborsi in caso di mancata fornitura di servizi o, peggio, di avanzare una richiesta danni per la vacanza rovinata qualora i disagi fossero addirittura prevedibili da parte dell’operatore, il quale - prima della partenza - dovrebbe assicurarsi della tranquilla fruibilità de soggiorno.”

Più o meno dello stesso parere l’avvocato Bartolomeo GRIPPO, dell’ADOC. “Pur augurandoci che lo stato di tensione oggi vissuto principalmente da Atene non vada ad irradiarsi a tutta la Grecia, ugualmente colpita dai provvedimenti restrittivi, ma non potendone essere certi, è necessario dire che qualora la tensione dovesse salire il consumatore avrebbe titolo per chiedere l’annullamento della propria vacanza senza penale alcuna. Se gli venisse negata questa possibilità,  e la vacanza di fatto “imposta” dovesse subire disagi, questi non si potrebbero più considerare “imprevedibili” e si aprirebbe quindi la porta ad eventuali richieste risarcitorie.”

Quindi, eccoci nuovamente alle prese con una situazione capace di creare nuove zone d’ombra nella nostra economia e nella nostra attività già messa a durissima prova da catastrofi naturali e contingenze economiche e finanziarie globali.

E’ inevitabile che quanto oggi accade in Grecia trasformerà ogni vendita per questo Paese in uno scongiuro costante, ben sapendo che nessun amuleto sarebbe in grado di tutelarci da questi accadimenti. Inutile, peraltro, aspettarsi clemenza dai clienti: l’esperienza ci insegna che – volente o nolente – la colpa ricade sempre sul nostro settore, grazie anche a Leggi vecchie e confuse, incapaci di tracciare dei limiti utili a tutelare tutte le categorie, la nostra inclusa.

Peraltro, negare alla Grecia la sua prima possibilità di recuperare energie dall’industria turistica ci pare disumano. Quindi, che fare? Forse sarà importante valutare con attenzione i pro e i contro del prendere posizione da una o dall’altra parte. Riflettere. Pensare bene. E poi sperare…