Tanto tuonò che piovve… Abbiamo volutamente atteso ad aprire la bocca su VILORATOUR proprio per evitare il trito e ritrito “… l’avevamo detto…”, ma oggi – a distanza di qualche giorno dallo scarno e furbo comunicato diramato dal T.O. – diciamo la nostra, pur sapendo che qualche collega storcerà il naso…

Circa 16 milioni di euro è il debito complessivo stimato di VILORATOUR, ben spalmato su corrispondenti, strutture alberghiere, altri operatori, erario, dipendenti, ecc. ecc., un debito che ci fa chiedere in quale maniera – e con quale cervello... – sono stati firmati gli ultimi bilanci.

I clienti che fino a pochi giorni fa si trovavano in Egitto e che sono riusciti a tornare a casa in aereo, e non a nuoto, lo devono non certo a VILORATOUR ma ad altri tour operator che, dopo una concitata riunione, hanno deciso di caricarsi l’onere di riproteggerli e di farli volare fino a destinazione, incuranti del fatto che i soldi che stavano spendendo per gli aerei non li avrebbero mai più rivisti.

Uno per tutti? La SWAN TOUR, che da sola vanta un credito di oltre 250.000 euro che difficilmente recupererà e che, in quella circostanza, si è assunta l’onere morale di sostenere l’iniziativa della riprotezione.

In questi giorni abbiamo già ricevuto parecchie richieste per una miriade di somme – non piccole... – dovute da VILORATOUR a viaggiatori e agenti di viaggio, e a tutti abbiamo scritto o detto la medesima cosa: mettetevi il cuore in pace perché i vostri soldi non li vedrete mai. Prima dei rimborsi verranno i dipendenti, l’erario, l’INPS e altri mille creditori che si faranno avanti non appena uno di loro si deciderà a chiederne il fallimento. Già, perché VILORATOUR non ha nemmeno compiuto il proprio dovere societario previsto in questi casi, ovvero depositare i libri contabili in Tribunale chiedendo il fallimento.

Ha invece preferito diramare un comunicato col quale annuncia la cessazione dei lavori per colpa della crisi. Crisi un corno… Sedici milioni di euro di debiti non li metti insieme in qualche mese! E tornando all’inizio, ci tocca dire “…l’avevamo detto…” sperando che, in futuro, gli agenti di viaggio la smettano di farsi condizionare da fattori quali simpatia, cortesia del booking o frequenza delle visite dei promoter affidandosi – invece – ad una sana lettura dei bilanci dei loro fornitori. 

E se poi dietro a questa crisi ci siano – o no – grossi crediti verso “importanti” network (i soliti…), questo non sminuisce le responsabilità ma, al contrario, le accentua: troppo facile concedere crediti e crediti e crediti a gruppi abituati a non pagare e poi lasciare in braghe di tela chi, al contrario, paga regolarmente.

Chiudiamo rimandando tutti ad alcuni mesi fa, quando l’improvvisa rivolta in Egitto ebbe a causare il crollo del turismo sul Mar Rosso. In quella occasione ci fu modo di “pesare” i comportamenti dei diversi T.O. impegnati su quell’area e, come forse ricorderete, VILORATOUR fu uno dei peggiori: il suo agire, teso a negare qualsiasi rimborso anche quando dovuto, mise nei guai più di un ADV.  Ora, si può essere disonesti o in crisi finanziaria: sono solo questi i motivi che possono portare un’azienda a comportarsi in maniera contraria alle Leggi.  Cos’era – delle due – VILORATOUR?  E le altre?