Duello 317Nei giorni scorsi si è riunito, a Ginevra, l’APJC (Agency Programme Joint Council), il comitato che riunisce i rappresentanti delle compagnie aeree e quelli degli agenti di viaggio per discutere di argomenti d’interesse comune e risolvere eventuali diatribe.

All’APJC di Ginevra hanno partecipato la IATA, i rappresentanti dei vettori e le associazioni di rappresentanza degli agenti di viaggio, e precisamente l’UFTAA (United Federation of Travel Agents Associations), l’ECTAA (European Travel Agents and Tour Operators Associations) e la WTAA (World Travel Agents Associations).

Tra i tanti temi trattati, il più importante - e attualmente sentito dalla distribuzione – è stato quello legato alla decisione di Lufthansa di applicare una fee di 16,00 euro per ogni biglietto emesso tramite GDS e di ridurre le commissioni alle agenzie dall’attuale 1% allo 0,1%.  La fee, nelle intenzioni del vettore tedesco, dovrebbe entrare in applicazione dal 1° settembre p.v. ed essere addebitata sul BSP dell’agenzia (a questo proposito pare che LH abbia già richiesto alla IATA la concessione di un codice biletterale per l’evidenza sul ticket).

Nella stesura dell’ordine del giorno, l’UFTAA aveva chiesto che la decisione di LH venisse posta in elenco, ottenendo un rifiuto dalla IATA che la considerava una “questione puramente economica tra le parti” e pertanto impossibile da discutere in quella sede. Forte di questo parere, l’UFTAA ha quindi chiesto che la fee non venisse inserita nel BSP ma, piuttosto, fatturata alle agenzie di viaggio separatamente. Questo in quanto il regolamento IATA non consente di inserire in BSP alcuna posta non preventivamente concordata.

Una richiesta all’apparenza di poco conto, ma invece efficacissima quando dovesse essere accolta: un conto è caricare 16,00 euro a biglietto nella rendicontazione, tutt’altra cosa è fatturare ogni singola fee in forma separata, con dispendio di lavoro e denaro tali da rendere antieconomica la decisione. Alla fine, IATA e LH hanno chiesto di rinviare ad altra data la discussione sul tema.

L’UFTAA ha rincarato la dose contestando la riduzione della commissione e chiedendo di riaprire la discussione sull’”equa remunerazione” per il servizio che gli agenti di viaggio svolgono a favore dei vettori.  Pochi sanno che, contro il feroce taglio delle commissioni attuato in tutto il mondo, parecchie associazioni e agenti di viaggio si sono opposti portando le vicende in Tribunale e ottenendo sentenze favorevoli: in Italia, in India e in Israele, i Giudici di diverse sezioni hanno indicato nel “minimo” del 5% (India), del 9% (Israele) e addirittura del 12% + 3% (Italia) il giusto riconoscimento (commissione) spettante agli AdV. Su questo punto hanno concordato anche ECTAA e WTAA, e quindi si tornerà presto a parlare di regimi commissionali.

Sulle decisioni di Lufthansa si sono mobilitati – oltre alle associazioni di categoria - tutti i più importanti partner del trasporto aereo; uno per tutti Luca Patanè, presidente di UVET nonché di Federviaggio-Confturismo, che ha recentemente dichiarato di aver ridotto del 30% il fatturato col vettore in pochissime settimane, questo a riprova del fatto che nessun partner, anche se di rilievo, deve permettersi di agire con arroganza verso chi rappresenta la base del suo successo.

Bisogna infatti ricordare che la Lufthansa vede l’80% del proprio fatturato realizzato dalle agenzie di viaggio, e non certo da altri canali.

La battaglia sulla remunerazione – sulla giusta remunerazione – è quindi più che mai aperta, e da più parti ci si aspetta che gli AdV facciano la loro parte…