Tra pochi giorni inizieremo a vedere le serrande dei negozi abbassate, con i cartelli “Chiuso per ferie” attaccati con lo scotch. Il traffico diventerà meno caotico fino ad essere quasi accettabile e le città ritorneranno ad essere, anche se per pochi giorni, vivibili. E il settore del turismo dovrà fare i conti con un’annata che, aldilà delle tante affermazioni trionfalistiche di qualche operatore o, ancor di più, di un Ministro, registrerà un pesantissimo segno meno davanti a qualsiasi cifra lo seguirà. E, cosa gravissima, il meno sarà riferito ai risultati del 2009, anno in cui si pensava di aver toccato il fondo.
Quando abbiamo deciso di valutare l’effettiva esistenza della decantata “ripresa”, l’abbiamo fatto mettendo tre persone ai telefoni a contattare circa un migliaio di agenzie italiane chiedendo loro di fornirci la reale situazione delle vendite: pochissimi dichiaravano un miglioramento, pochi un andamento pari al 2009, moltissimi dichiaravano di non aver mai visto le agenzie così vuote. Idem dicasi per i tour operator, ufficialmente impegnati a raccontare dei loro successi ma pronti – in camera caritatis – a piangere su risultati che “peggio di così si muore”.
Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo ancora: i risultati sono negativi, e continueranno a peggiorare se la nostra categoria non prenderà coscienza del ormai avvenuto fallimento del nostro sistema.
Riflettiamo, e chiediamoci con sincerità se, qualora fossimo noi “clienti” e non fornitori dell’attuale sistema turistico, proveremmo fiducia e desiderio di appoggiarci alle agenzie di viaggio e ai tour operator. Chiediamoci se ci sentiremmo tutelati dalle Leggi e dalle inclinazioni dei mercanti delle vacanze. Chiediamoci – dopo aver risposto alle prime domande – se non ci rivolgeremmo ad altri canali o se non tenteremmo il “fai da te” pur di evitare i nostri negozi e i nostri fornitori.
Io, assumendomi la responsabilità di ciò che scrivo, sarei il primo a farlo.
La maggior parte degli operatori e degli agenti di viaggio ha perso di vista l’obiettivo primario che consiste nella soddisfazione del cliente, di quel cliente che viene regolarmente imbrogliato con adeguamenti sul carburante o sulle valute più falsi di Giuda, di quel cliente che, spesso, trova davanti a se agenti di viaggio che non conoscono le regole, che non conoscono il mercato e che, addirittura, non conoscono la geografia, di quel cliente che deve “accontentarsi” di ciò che passa un convento che, purtroppo, non ha più alcun santo su cui fare affidamento.
In parole povere, dopo la politica anche il turismo deve porre all’ordine del giorno - e al primo punto - la cosiddetta questione morale, ovvero se sia ancora possibile gestire un sistema dove esistono solo parti in costante contrapposizione e dove le necessarie intese, utili a riassegnare dignità e serietà al settore, vengono metodicamente evitate.
E’ necessario far chiarezza su quelle prese in giro che sono il Fondo di Garanzia, la vigilanza degli Enti pubblici, le assicurazioni. E’ necessario che il Governo intervenga non per garantire il lettino in spiaggia a Fido Bau ma per varare norme severissime nei confronti di chi non garantisce il lettino – pagato – al cliente, al consumatore.
E’ necessario che le Asso Consumo abbandonino le posizioni da “primo piano in TV” e scendano in campo insieme alle Associazioni di Categoria che – concretamente e non per dar voce politica ad una qualunque Confederazione – vogliono un cambiamento che garantisca continuità a questo lavoro.
Ma, soprattutto, è necessario che le imprese turistiche mettano sul tavolo progetti seri e di lunga durata, non semplici spot estivi privi di utilità. E, tra le imprese turistiche, oggi Autotutela chiama a raccolta gli agenti di viaggio perché venga proprio da loro il primo, forte segnale.
L’anno è ormai quello che vediamo e, probabilmente, le nostre file si assottiglieranno entro la fine dell’anno, sia per sfiducia che per impossibilità a continuare in questa attività. A chi resta, chiedo di farsi carico di lavorare per un cambiamento che ci ponga nella posizione di proporre, anziché subire. In caso contrario, entro pochi anni, il viaggiatore troverà soggetti alternativi più determinati e qualificati di noi, sostituendoci e dimenticandoci senza alcun rimpianto.
Cordiali saluti e, se si può ancora dire, buon lavoro
Fulvio AVATANEO – Presidente Nazionale di Autotutela