Tempo fa scrissi della “passione”, una delle leve che, penso, la maggioranza di noi utilizzi ancora come fonte d'ispirazione per continuare in un lavoro ogni giorno più complesso, frustrante. Personalmente vorrei potermi ancora dichiarare innamorato di questo lavoro, vivendolo con la stessa dedizione del primo giorno, di quel primo giorno in agenzia che – ancora oggi – ricordo come fosse ieri e come il mio più bel ricordo. Ma…
E' difficile mantenere un atteggiamento positivo e di fiducia quando ogni giorno si va in agenzia pieni di entusiasmo ed ogni giorno diventa una corsa contro il tempo: si corre dietro alle urgenze, si è pressati da scadenze, ci si confronta con un pubblico che vuol sembrare smaliziato ma che è solo pieno di idee confuse, una confusione contagiosa e che ci coinvolge facendoci perdere concentrazione e propositività al punto che spesso si vende senza cognizione, arrivando – magari – a vendere solo un “prezzo”.
Apriamo la posta elettronica e veniamo sommersi dai messaggi, tanto da non farci più capire quali siano quelli che servono o che aspettavi, e non facciamo in tempo a pulire che già la casella è nuovamente piena. E non parliamo degli sms e delle telefonate di chi vuol vendere di tutto, e sempre con un consulente in zona… A me va bene che ancora riesco a resistere alla tentazione di WhatsApp!
Vendere un biglietto, poi, è come cercare la combinazione giusta al gratta e vinci: si cerca il prezzo migliore, ma bisogna anche conoscere le regole, le condizioni, e queste le devi anche comunicare assumendotene la responsabilità. Venduto il biglietto pensi di aver finito? No! Quante volte il cliente torna per un cambio di orario o di data? O per annullare? E allora si ricomincia da capo, rituffandosi in labirinti costellati di input da ricordare, di maschere da riempire, di call center da chiamare a numeri a pagamento sempre dotati di “anticamera” in cui selezionare l'interno e ascoltare bla bla bla, augurandosi di aver fatto centro e soprattutto di trovare un operatore preparato, gentile e disponibile.
Ma il gratta e vinci continua quando devi vendere un viaggio organizzato, un “pacchetto turistico" del quale – ormai – non si capisce più quale sia il valore reale, persi tra offerte, last minute, confidenziali, nette… E aggiungiamo i charter, le low cost, i voli di linea.... Quale sarà il prezzo da proporre? Ma, soprattutto, sarà un prezzo vincente per catturare il cliente?
Venduto il biglietto, o il viaggio, ci sono poi le assicurazioni, altro campo minato! Anche in questo caso la concorrenza è agguerrita e ricca di formule di ogni tipo, e tu - agente di viaggi - devi possedere le competenze di un assicuratore per comprenderne le postille.
E infine le emergenze: incendi, attentati, sommosse, virus, alluvioni, cancellazioni e cambi di voli, scioperi improvvisi senza preavvisi....
Assicuratore, avvocato, psicologo e terapeuta, medico e funzionario addetto alla raccolta di dati personali… Ma scusate, io dovrei essere un agente di viaggi, raccontare di luoghi fantastici, vendere momenti di gioia e far scalpitare i clienti in attesa della partenza…
Vi dico la verità… Alla sera torno a casa con una forte sensazione di stanchezza, e quando tento di rilassarmi davanti alla TV e vengo colpito dal bombardamento pubblicitario che parla di vacanze da acquistare ovunque meno che in agenzia, allora ripenso alla giornata trascorsa.
E mi rendo conto di come, pur cercando di ottimizzare il tempo gestendo correttamente le priorità (come ti insegnano nei corsi di gestione del tempo), le giornate siano spesso improduttive e povere di soddisfazioni, e di come mi facciano sentire sempre meno agente di viaggio e sempre più l’operatore di un "pronto soccorso" impegnato non a far sognare, ma a distribuire codici di priorità, dal bianco al rosso, sperando che quelli rossi siano sempre meno….
Santo DAVID