images (1)Il messaggio lanciato dagli islamisti somali di Shabaab, che hanno rivendicato il massacro di 49 civili nella cittadina costiera di Mpeketoni, sulla costa del Kenya, è chiarissimo ed inequivocabile: “Turisti, il Kenya è zona di guerra! Se volete vivere statene lontani.

Inequivocabile e sinistro. Un messaggio che arriva dopo che Gran Bretagna e Stati uniti hanno invitato i loro connazionali ad abbandonare le zone costiere – dove sono situati gli alberghi prevalentemente utilizzati dai turisti di tutto il mondo – e dopo la chiusura del Consolato britannico di Mombasa per motivi di sicurezza..

Mpeketoni, luogo dell’attacco, si trova ad una trentina di chilometri da Lamu, importante meta turistica e patrimonio dell’Unesco. L’interno del Paese ha una forte connotazione cristiana mentre la popolazione di religione musulmana è più radicata sulla costa, dove si concentrano i turisti occidentali e dove sono state rinforzate le misure di sicurezza in previsione di eventuali attacchi. Gli islamisti somali hanno già ucciso, dall’inizio dell’anno, circa un’ottantina di persone.

Nonostante la situazione sia grave, la Farnesina non ha ancora emanato alcuno sconsiglio limitandosi ad invitare i turisti a limitare gli spostamenti, evitare i luoghi di culto e gli assembramenti, i mezzi pubblici ed ogni luogo considerato “turistico”. 

Di fronte a questi episodi, che aldilà delle informazioni in possesso dei servizi di sicurezza europei ed italiani, rappresentano un vero e palese fattore di rischio per i nostri connazionali in vacanza, ci chiediamo per quale motivo il Ministero per gli Affari Esteri mantenga attivo lo “sconsiglio” sulla penisola del Sinai, in Egitto, dove non si registrano violenze dal 2005, e non intervenga sconsigliando vivamente il Kenya dove la situazione pare essere di reale pericolo.