Nessun comunicato ufficiale, né data certa, niente. Eppure è sicuro che l'aeroporto di Catania chiuderà, a breve, per lavori di rifacimento piste. Quando? "Pare" dal 5 novembre al 5 dicembre 2012. Per quanto? "Pare" per un mese intero. Conseguenze? Disastrose, com'è ovvio sia quando si parla "in silenzio" di chiudere per trenta giorni il maggior aeroporto della Sicilia.

Dalla Regione Siciliana non trapelano certezze, nonostante i lavori siano già stati definiti e assegnati da un pezzo e nonostante GDS e compagnie aeree continuino a emettere biglietti a passeggeri ignari. Eppure, chiunque conosca anche poco la Sicilia sa bene che l'aeroporto di Catania copre la maggior parte degli arrivi e partenze di tutta l'isola. E sa altrettanto bene che per decollare da Palermo - ipotesi, alle sette del mattino - il check-in dovrà essere effettuato all'una di notte, ben che vada, con un bel trasferimento in bus di quattro ore. Anche in questo caso, ben che vada...

Certo, quando i lavori sono da fare, si fanno. ma perché non dirlo? Perché questa mancanza d'informazione? Perché continuare a vendere biglietti con partenza da Catania lasciando che i viaggiatori sappiano della chiusura solo ad acquisto effettuato? E perché non cercare soluzioni alternative percorribili, tali da non creare il prevedibile disagio che già si annuncia?

E il disagio non sarà solo dei viaggiatori ma, anche, e soprattutto, delle imprese turistiche che guardano all'aeroporto Fontanarossa come al più importante degli elementi della propria attività: prima la WindJet, chiusa dall'oggi al domani dopo aver lasciato che riempisse il mondo di biglietti inutili e solo per grazia ricevuta dall'ENAC, e ora il principale aeroporto siciliano alla vigilia di uno stop che si preannuncia assai lungo. Due situazioni che, certamente, metteranno ulteriormente in ginocchio parte dell'economia isolana.

Un'isola meravigliosa, ma priva di infrastrutture. Un isola dalla quale si potrebbero trarre ricchezze incredibili se non si guardasse con attenzione solo a quelle prodotte dalla politica o dal malaffare, che - tra l'altro - viaggiano a braccetto. Un isola che meriterebbe di meglio e di più, e che invece...