E siamo arrivati al 1° agosto, consueto spartiacque tra le speranze di una stagione estiva capace di risollevare almeno in parte le sorti di molte imprese impegnate nel turismo, e la constatazione che anche quest'anno, più del precedente, e di quello prima ancora, ci scontriamo con una contrazione del mercato, sempre più povero e sempre più distante da noi.
Un annus horribilis per tutte le aziende turistiche, che hanno dovuto fare i conti con la crisi economica - primo fattore di decrescita - e con la paura per il futuro che ha colpito la stragrande maggioranza degli italiani, con la crisi egiziana che ha tagliato le gambe al prodotto più popolare, con l'offerta online delle OTA che, seppure in calo, ha assunto ormai un tale potere da preoccupare l'operating, la distribuzione, il ricettivo e ogni altro settore coinvolto.
In questi giorni si affronta anche - e nuovamente - la crisi Alitalia, eterna malata terminale sempre salvata dalla fine all'ultimo istante, e sempre con manovre protezionistiche di dubbia onestà e di sicuro danno per tutti i contribuenti. Questa notte Alitalia ha inviato una lettera a Etihad contenente le ultime carte messe sul tavolo per il salvataggio, con i nuovi investitori Unicredit e Intesa, Poste Italiane e Benetton e i vecchi "capitani coraggiosi" che tanto hanno fatto per arrivare a questo punto. L'operazione lascia una serie di pesanti ombre che, a nostro avviso, nascondono la triste fine che toccherà a molti creditori di CAI.
Ma aldilà del successo - o insuccesso - dell'operazione di salvataggio di Alitalia, il nostro paese deve prendere atto di una innegabile realtà: le compagnie aeree italiane ed il trasporto aereo non sono cose capaci di convivere. Non sappiamo far volare gli aerei, non sappiamo mantenere in vita le imprese ne, tantomeno, sappiamo trarne profitti. Nel linea come nel charter. E qui la situazione è ancora più drammatica... L'Italia ha poche compagnie impegnate nella charterizzazione, soprattutto nel lungo raggio: Meridiana, con 3 aeromobili, Blue Panorama che ne possiede sostanzialmente 2 e Neos, anch'essa con 2 macchine. Vogliamo intenzionalmente evitare di parlare di New Livingston... Di queste compagnie, due sono all'eterna ricerca di "ossigeno" e impossibilitate a fornire un piano programmatico in grado di far riposare tranquilli gli operatori che acquistano vuoto-pieno i loro sedili. E se si prestasse maggiore attenzione al problema - anziché ritenerlo "d'altri" - anche gli agenti di viaggio dormirebbero sonni più agitati.
L'altro ieri, mercoledì, un'aeromobile di Blue Panorama decollato alle 12:00 da Roma e diretto a L'Havana, è stato fatto rientrare in fretta e furia all'aeroporto romano per un problema alla pressurizzazione della carlinga. I passeggeri sono stati sfamati e assistiti, ed è stato loro assicurato un decollo a breve. Il breve si è protratto, i passeggeri hanno cenato e dormito in hotel, sono stati riportati in aeroporto al mattino presto mentre l'aereo provava un nuovo decollo senza successo (il guasto permaneva) tornando a terra. Dopo 24/30 ore di ritardo è arrivata la comunicazione di un probabile decollo alle 20:00. Nessuna macchina sostitutiva, nessuna possibilità di affrontare un'emergenza peraltro prevedibile, trattandosi si mezzi meccanici soggetti a problemi come una motocicletta o un trattore.
I passeggeri sono tornati a casa, tranne alcuni di loro che hanno ricevuto da un tour operator - PRESS TOURS - un'assistenza impeccabile: rimborso di quanto pagato più un settimo della quota a titolo di compenso assicurativo (riceveranno i soldi entro sette giorni in quanto il T.O. anticiperà le somme che verranno successivamente erogate dall'assicurazione), oppure riprotezione su altre destinazioni anche di maggior valore senza sovrapprezzo. Non sappiamo fare trasporto ma qualcuno che sa fare operating c'è, per fortuna...
Resta il fatto che il trasporto charter diventa ogni anno più difficoltoso, con compagnie perennemente sull'orlo del baratro finanziario (nel corso degli scorsi dodici mesi abbiamo visto le "capriole" di Meridiana, Blue Panorama e New Livingston) salvate da Tribunali fallimentari pietosi e da un'ENAC incredibilmente compiacente e fantasiosa. Si assiste, per contro, ad una ripresa del volo di linea, rivalutato anche nell'ottica tariffaria oltre che di maggior sicurezza e qualità: diversi tour operator che già utilizzano - seppure in proporzioni diverse - entrambe le soluzioni, danno chiari segni di volersi aprire maggiormente alla linea.
Vedremo cosa succederà. Per ora aspettiamo passino i prossimi quindici giorni, alle prese con i "lassminuz", il "lollinclusiv" e le richieste di posti sui treni "enterprise", sperando non ci venga mai meno la voglia di sorridere...