Quando abbiamo saputo di operatori turistici felici e addirittura impegnati a brindare al fortunato epilogo annuale, particolarmente ricco di prenotazioni, in noi è scattato un impeto di gioia! “Evvai… Si cambia rotta! Finalmente anche le agenzie di viaggio riprenderanno fiato…”. E dopo un propiziatorio lancio di mortaretti abbiamo subito iniziato a telefonare ad alcuni agenti per condividere con loro questa emozionante ed inattesa strenna natalizia.

Inutile dire con quanta sorpresa abbiamo accolto la notizia di una strenna… mai arrivata! Infatti, prima una, poi dieci e poi cento agenzie ci hanno (poco) serenamente fatto sapere che il fine anno era stato uno schifo, con pochissime prenotazioni e con pochissimo lavoro.

A questo punto abbiamo pensato bene di chiedere conferma di questo boom di prenotazioni ai festeggianti, ovvero ai tour operator: tanti credono che Autotutela sia costantemente in lite con gli operatori italiani, ma non è proprio così. Se c’è da discutere si discute, anche animatamente, ma alla fine siamo tutti a bordo della stessa barca, e sappiamo tutti benissimo che le bugie hanno gambe cortissime.

Ed ecco quindi emergere un dato che contrasta fortemente con le pretese glorie del settore: solo alcuni (pochissimi) tour operator dichiarano di aver ottenuto una seppur lieve miglioria nella marginalità a fronte, però, di un complessivo calo di fatturato. Per tutti gli altri, le partenze di dicembre sono state in forte calo numerico, di fatturato e di margini. E nelle partenze di dicembre si includono quelle relative al Natale, al capodanno e all’Epifania. Sul fronte del gennaio 2014, invece, nessuna soddisfazione ma parecchio timore di chiudere il primo mese con un ulteriore segno “meno” rispetto all’anno precedente.

Allora ci chiediamo: a che pro continuare a “festeggiare” risultati inesistenti? A che pro continuare a raccontar frottole? Noi sappiamo bene – come lo sanno bene loro stessi – che diversi tour operator continuano ad accumulare debiti nei confronti dei fornitori esteri, fornitori che ci scrivono chiedendo di aiutarli a recuperare i loro soldi (e come?) o perlomeno di far conoscere al mercato questi episodi. E non sono solo i fornitori stranieri, ma sono gli Uffici Nazionali del Turismo di diversi Paesi a farci sapere quanto sia malato il nostro operating.

Sappiamo di T.O. che pretendono di pagare i servizi ai loro fornitori a 180 giorni dalla data di ritorno dei clienti (e parliamo di operatori considerati “big”…), segno inequivocabile della loro necessità di “far cassa” utilizzando da una parte i clienti e le agenzie a cui si chiedono pagamenti sempre più anticipati, e dall’altra i fornitori, a cui si rimandano i pagamenti il più possibile.

Ma non perdiamo di vista la distribuzione… Come attentamente sottolinea Roberto Gentile in un suo recente articolo, ben 40 network sono scomparsi dalle scene negli ultimi tre anni, e le stesse agenzie di viaggio contano ormai a centinaia le defezioni rappresentate da chi non riesce più non solo a guadagnare (pia illusione…), ma neppure a pagare i costi fissi delle proprie imprese, per bassi che siano. E tra le agenzie, inoltre, si diffonde il grave morbo del “bonifico scarlatto”, quello – per intenderci – che fa si che tanti pagamenti a favore degli operatori (magari eseguiti mooolto sotto data) risultino “rossi”, ovvero fasulli. E anche questo diventa un problema collettivo, non dimentichiamolo.

Abbiamo davanti un anno molto difficile, con una “ripresa” decantata ma invisibile ed un mercato stanco, privo di denaro e di iniziativa. Proviamo a non aggiungere anche le illusioni ma restiamo sul pezzo, con i piedi per terra e gli occhi ben puntati in avanti.