In questi ultimi giorni è passata quasi in silenzio una notizia che avrebbe dovuto dar fuoco alle polveri ben più dell’ennesimo fallimento di un T.O., seppure del calibro del Ventaglio, e precisamente la decisione, comunicata dalla IATA per conto dei vettori durante la riunione dell’APJC dei primi giorni di luglio, di modificare i termini di pagamento del BSP dagli attuali 30 giorni a 7, ovvero ad un pagamento settimanale.
E se diciamo che la notizia è passata quasi sotto silenzio è perché solo da parte delle due solite associazioni abituate ad urlare senza fare – Fiavet e Astoi – sono giunti proclami di battaglia tutti da verificare: non possiamo infatti dimenticare che fu proprio grazie alla Fiavet – e non solo a questa – che l’APJC poté far passare norme quali l’obbligo delle fidejussioni “a piacer di IATA” e la necessità del punteggio raggiungibile solo ed esclusivamente con corsi a pagamento tenuti da IATA e, solo dopo, da Fiavet stessa.
E’ bene sapere che una norma quale la modifica del pagamento della biglietteria risulterebbe devastante per l’intero mercato, e diciamo “intero mercato” in quanto a patirla non sarebbero solo le ADV dotate di biglietteria ma tutte quante, indistintamente.
Chiaramente i più penalizzati sarebbero gli operatori impegnati nel business travel dove i pagamenti sono in parte gestiti con carta di credito seppure resista una forte componente aziendale che radica le proprie abitudini nel pagamento a 30 o 60 giorni, e che ben difficilmente vedrebbe di buon occhio un simile cambiamento.
Ma credete che per le ADV non IATA potrebbe andar meglio? Assolutamente no. Queste dovrebbero pagare la biglietteria acquistata dai colleghi entro pochissimi giorni, se non immediatamente, dalla prenotazione, indipendentemente dalla data di partenza e senza che risulti importante se il biglietto aereo si leghi ad una prenotazione di servizi turistici o meno. E pensate agli aspetti contabili: ogni operazione attualmente mensile si trasformerebbe in incombenza settimanale, appesantendo ancor di più le nostre già stracariche agenzie piegate sotto una marea di obblighi di carattere amministrativo.
E i clienti? Chiederemo loro l’acconto del 25% sul pacchetto – sempre col rischio che qualche T.O. lo pretenda immediatamente – oltre al pagamento “subito subito” dei biglietti aerei?
La politica dei vettori è chiara: lavorare contro gli agenti di viaggio per proporsi sempre più direttamente ai consumatori con formule diverse da quelle – sempre più vessatorie – a noi dedicate. E non si venga a parlare di “criticità” del nostro settore: contrariamente a quanto affermato dalle stesse Risoluzioni IATA, alle agenzie italiane la fidejussione è posta quale obbligo ed i vettori sono quindi ultra assicurati. Ci piacerebbe invece capire in base a quali garanzie sono tutelati i viaggiatori e gli stessi Agenti di viaggio verso i vettori stessi, decisamente più fallibili - e falliti - degli stessi T.O. e ADV, e con conseguenze ben più pesanti per il mercato!
Un altro capitolo che vale la pena di valutare è quello dei punteggi minimi stabiliti da IATA Italia per mantenere all’agenzia la possibilità di emettere la biglietteria: 60 punti raggiungibili frequentando corsi a pagamento e organizzati solo dalla IATA e dai suoi “sostenitori”, gli stessi che urlano pubblicamente ma si accordano privatamente. Eppure saremmo pronti ad un confronto diretto davanti ad un PC e ad un CRS sia con l'emerito Dr. BOSSA, General Manager IATA, e a tutto il suo personale di Viale di Val Fiorita, per vedere se sono più bravi loro o noi agenti ad emettere i biglietti. E se le regole tariffarie le conoscono meno di noi... Vogliamo scommettere una pizza, Dr Bossa?
La Fiavet dice che questa volta andrà fino in fondo e l’Astoi dichiara di essere contraria ”senza se e senza ma”. Alla Fiavet dobbiamo già molto per aver lasciato che il taglio delle commissioni passasse in maniera indolore, addirittura ricordando la sua responsabilità nell’aver fatto di tutto per “frantumare” quello che si era rivelato il fronte d’opposizione più determinato, in Sicilia. Inoltre dobbiamo alla Fiavet il regalo delle fidejussioni e dei punteggi, approvato in sede APJC quando il delegato Fiavet era Ernesto Mazzi.
Per quanto all’Astoi, sappiamo tutti quante volte abbiamo assistito alla sceneggiata del presidente Corbella – subito dopo una qualsiasi emergenza – pronto a rassicurare i telespettatori di turno, per poi scoprire che i T.O. suoi associati se ne fregavano altamente del rispetto delle regole lasciando noi agenti, ma soprattutto i consumatori, con il cerino acceso in mano, a bruciarsi le dita.
Anche AUTOTUTELA è per un no deciso a questa nuova iniziativa, un NO che non può e non deve essere una pura affermazione di principio: quando vi fu la decisione – Alitalia in testa – di tagliare le commissioni, proponemmo una serie di iniziative atte a BOICOTTARE questa scelleratezza. Oggi ci ripromettiamo di studiarne di più forti e attuali per rendere il percorso verso questa nuova imbecillità tanto irto di spine da suggerire ripensamenti.
Non solo parole ma fatti: è questo che vogliamo. E se le altre associazioni sono concretamente decise ad osteggiare queste iniziative che – alla fine – pesano sempre e solo su di noi, sarà bene che accettino questo principio, perché delle strade c.d. “istituzionali” non ci fidiamo più per nulla.
AUTOTUTELA si riunirà prossimamente a Roma per stabilire le azioni da mettere in campo per reagire con fermezza: vogliamo sapere se gli agenti di viaggio – tutti, di qualsiasi bandiera siano – saranno con noi e con i loro colleghi o no.