Le prime, preoccupate reazioni da parte dei creditori stranieri di Blue Panorama al concordato preventivo in continuità al quale è stato ammesso il vettore,  unitamente alla revoca della licenza di volo sostituita da una provvisoria, hanno visto le prime “vittime” nei passeggeri del volo BV3254 che, ieri, avrebbe dovuto decollare da Mombasa alla volta di Bologna.

 

Nessun rifornimento di carburante, per motivi che possiamo ben immaginare. Solo l’azione della nostra diplomazia pare aver riportato ordine consentendo il decollo dell’aeromobile in nottata, dopo che al mancato rifornimento era seguita l’impossibilità di decollare per le limitazioni imposte all’orario di lavoro dell’equipaggio.

Tutto è bene ciò che finisce bene, ma se la cosa dovesse ripetersi, cosa accadrebbe?

E’ ovvio ipotizzare che oggi sbarcheranno tanti passeggeri animati da un’unica volontà: far causa a qualcuno per il disagio patito. A farne le spese saranno, in prima battuta, i tour operator, ma da oggi in poi anche le agenzie di viaggio potrebbero rischiare una citazione in giudizio qualora vendessero un prodotto di cui un elemento – il volo – rappresenti una criticità palese.

Il teorema del “non poteva non sapere”, unito all’obbligo di diligenza che il venditore assume nella fase di proposta e vendita, potrebbero portare ad una chiamata in corresponsabilità con tour operator e vettore qualora un episodio simile si ripetesse, e siamo convinti che la nostra categoria non possa, ragionevolmente, accettare questo rischio.

Per questo motivo, tra la serata di ieri e stamane, è stata inviata – in maniera informale – una richiesta di collaborazione a Federviaggio e Astoi, chiedendo ai tour operator partner di Blue Panorama una formale, completa manleva da ogni responsabilità in caso di chiamata in giudizio dell’agente di viaggio a causa dell’operato del vettore.

Questa sarebbe, secondo noi, una dimostrazione concreta di responsabilità, nonché il riconoscimento dell’importanza e del peso della rete agenziale per il comparto dell’operating: è infatti certo che un episodio simile a quello accaduto ieri in Kenya potrebbe mettere in difficoltà tante agenzie di viaggio prive di qualsiasi responsabilità, e crediamo non sia nell’interesse di chi produce prodotto turistico lasciar nei guai chi, questo prodotto, lo dovrebbe vendere.

Oggi sapremo se la nostra richiesta potrà trovare accoglimento. In caso contrario, l’alternativa sarà quella di evitare ogni possibile rischio scegliendo di vendere prodotti basati su voli di altre compagnie, con questo – purtroppo – andando ad accentuare una già grave situazione sia per il vettore che per le imprese partner.

Ci auguriamo che le Associazioni dei T.O. considerino attentamente la nostra proposta, che rappresenta il più alto livello di buona volontà si possa richiedere a qualsiasi agente di viaggio. Ovviamente vi terremo aggiornati.