Da ieri hanno cessato l’attività QUATTRO Tour Operator. Quattro, non uno, quattro. Tutti insieme. Parliamo di My Africa, Un Altro Sole, AlbaTour e Columbus, marchi frutto delle recenti acquisizioni di un gruppo che avrebbe voluto creare un polo turistico di indubbio interesse nel quale avrebbero trovato posto operating, distribuzione, gestioni alberghiere e servizi complementari.

La società italiana che ha operato le acquisizioni è “figlia” di una grande e importante società straniera sbarcata in Italia con soldi e voglia di fare. Peccato che… Peccato che si sia scontrata con tutte le aberrazioni che, da sempre, infettano il nostro settore, dai manager che attingono a piene mani dai conti societari per mantenere stili di vita ben al di sopra del consentito a “professionisti” del turismo che azienda dopo azienda, danno dopo danno, continuano a devastare il turismo come novelli Attila.

E poi, ancora, lo scontro con gli interessi celati, quelli di altri operatori interessati alle gestioni alberghiere (africane, in Kenya e Madagascar soprattutto), che per non intavolare trattative d’acquisto, magari lunghe e costose, preferiscono mettere in scena la soppressione del concorrente meno forte, magari con l’aiuto di qualche compagnia aerea.

Di chi parliamo? Non c’è nessun bisogno che ve lo diciamo oggi… Sarà sufficiente facciate attenzione a chi si aggiudicherà gli alberghi più importanti della programmazione di My Africa quali, ad esempio, l’Amarina, e potrete fare uno più uno.

Oggi la concorrenza non si fa più con la qualità dei prodotti, con l’attenzione ai clienti e con la collaborazione con la distribuzione, no: quello è vecchiume da libro Cuore! Oggi, a salire, è il più scorretto, il più egoista, il meno “operatore turistico”.

Voglio chiudere questo breve “pezzullo” destinato a raccontare un pezzettino di verità scomoda a difesa di chi è caduto con un aneddoto risalente a molti anni fa, addirittura ai primi anni ’70, quando mi recai in visita all’Alpitour che, allora, era guidata da Lorenzo Isoardi, il fondatore.  Io ero un ragazzino intimorito da quest’azienda grande e importante, la più importante. Il signor Isoardi mi ricevette con l’annaffiatoio in mano, mentre bagnava le piante, e tra una bagnata e l’altra mi fece visitare gli uffici, le sale riunioni e il centro meccanografico, sicuramente il più avanzato in Italia. Dopo avermi abbagliato con tutto quel ben di Dio, e prima di accompagnarmi personalmente alla porta, mi mise la mano sulla spalla e mi disse: “Giovanotto, computer o no, si ricordi che la cosa più importante è il rispetto verso i clienti che ci danno la pagnotta. Se manca quello, è bene cambiar lavoro”.

Chissà oggi cosa direbbe…