Lasciamo il 2015 senza alcun rimpianto, preparandoci ad affrontare l’anno che verrà con un misto di speranza e timore. I 365 giorni che stiamo per lasciarci alle spalle lasciano segni profondi su tutti noi: io, personalmente, ho ancora vive negli occhi le immagini legate agli eventi di Tunisi, di Parigi, del Sinai, ma anche quelle delle migliaia di migranti sui loro gusci di noce, delle meraviglie di Palmyra distrutte dall’ISIS, della valle di Kathmandu devastata dalla natura…
Immagini che rappresentano quell’aspetto della vita che nessuno di noi vorrebbe mai vedere in quanto, seppure lontane, ci ricordano che la rotondità di questo mondo non esclude che le stesse si avvicinino alla nostra realtà velocemente e imprevedibilmente.
Il 2015 ha inoltre segnato profondamente il nostro lavoro e le nostre aziende: altri operatori hanno lasciato la partita, accompagnati da molti agenti anche loro privati della possibilità, o del piacere, di continuare. Si dice che la crisi economica è ormai alle spalle: sarà, ma forse ciò risulta vero solo considerando i massimi sistemi, mentre molte delle medie e piccole imprese (e le nostre sono addirittura micro…) si dibattono affannosamente nel tentativo di non sprofondare.
E’ quindi difficile guardare al 2016 senza timore, ma ciò che l’uomo ha di più bello è la sua capacità di risollevarsi, leccarsi le ferite e riprendere il proprio cammino, come nella vita, così nel lavoro. Quindi la speranza ci sta tutta, e se saremo in grado di accompagnarla con un pizzico di entusiasmo, potremo sicuramente tornare a sorridere.
Si dice da più parti che il nostro sistema turistico è tanto vecchio da non risultare più competitivo, e neppure tanto gradevole: si, probabilmente è vero, ma siamo sicuri non sia possibile cambiarlo?
Proviamo a partire da noi stessi e dalle nostre realtà, proviamo a ridar valore alla nostra competenza, al lavoro dei nostri collaboratori, al nostro modo di lavorare. Proviamo a riconsiderare il cliente come il vero bene primario del settore e costruiamo il nostro quotidiano intorno ad esso, sforzandoci di compiacere lui piuttosto che i nostri soliti partner commerciali.
Se il mondo cambia, anche noi dobbiamo cambiare ricercando nuove soluzioni, magari condivisibili: ieri un collega ha scritto una bella frase proprio a proposito delle possibili innovazioni: “Si dice sempre più spesso che il numero delle agenzie si deve dimezzare, e forse è giusto, ma non necessariamente deve dimezzarsi il numero degli Agenti di Viaggio”. Ecco, cerchiamo soluzioni nuove adatte a ricostruire un sistema senza perdere le persone che l’hanno realizzato e che ne fanno parte. Questa può essere la scommessa da vincere nel 2016, quella che può dare l’entusiasmo che ci serve.
Guardiamo con attenzione al nostro territorio, al turismo verde, a quello accessibile. Guardiamo non tanto a ciò che abbiamo da proporre ma, piuttosto, a ciò che ci viene chiesto, perché è questo il fattore che può davvero fare la differenza insieme alla qualità, che dev’essere espressa da tutto ciò che ci circonda, dalle nostre parole e dai nostri gesti. Cambiare non è impossibile. E’ difficile, ma si può fare. Noi, come sempre, saremo con voi. Buon 2016.
Fabio Gallo