La quiete dopo la tempesta.  L’Egitto pare voler tornare alla regolarità, con la piazza Tahrir pressoché sgombra e con Mubarak ricoverato nella sua residenza di mare a Sharm El Sheikh, con gli operatori turistici egiziani che invocano la ripresa del turismo in aiuto all’economia ma, soprattutto, con milioni di persone che sperano di veder crescere un salario mensile da tempo arroccato intorno ai sessanta dollari.

Nel nostro paese, in mezzo a tutti questi aspetti che rappresentano la rabbia e la speranza della gente egiziana e che noi captiamo solo a distanza, svettano i colossi del turismo italiano. Colossi per modo di dire, perché di fronte a questa situazione, così come di fronte ad altre che tutti ricordiamo bene (vedi lo tsunami del 2004, la febbre suina, i vari attentati qua e là…), questi “colossi” hanno nuovamente fatto la figura delle pulci.

Tralasciamo le pietose e fasulle dichiarazioni rilasciate dall’Astoi a più reti televisive possibili, volte a rassicurare pubblicamente quegli stessi viaggiatori che, privatamente, sarebbero invece stati vessati con condizioni capestro inventate sul momento, tralasciamo anche i comunicati congiunti di Mimì, Cocò & Co. in merito alle “linee guida per poter annullare”, che sarebbe stata solo una pietosa sceneggiata se non fosse invece da considerare un imbroglio bello e buono compiuto ai danni dei consumatori.  E tralasciamo anche il sostegno a queste strategie di tutto comodo fornito da alcuni network, vecchi e nuovi, probabilmente troppo preoccupati di perdere over commission. Tralasciamo.

Non tralasciamo invece l’insistenza con la quale alcuni tour operator hanno imposto condizioni illegittime ai viaggiatori pur di non rimborsare quanto dovuto! Tra questi prendono la palma d’oro Settemari, Viloratour e Eden Viaggi, i meno attenti al rispetto delle norme e sicuramente i più indecenti se si considerano i toni adottati con la distribuzione.  Per quanto riguarda la barzelletta della situazione, per quella vince InViaggi, che già ieri inneggiava alla "ripartenza"!  Aspetta e spera...

Che poi Eden Viaggi, ma solo alla fine, abbia rimborsato quando messo alle strette, è anche vero, ma non è questo il modo in cui devono essere trattate queste situazioni.

Servono onestà e correttezza, una merce sempre più rara sugli scaffali dei T.O..  E nelle agenzie di viaggio serve meno servilismo e più conoscenza delle regole.  In questi giorni – e proprio da quegli agenti di viaggio che avrebbero l’obbligo di tutelare i propri clienti – abbiamo visto troppa gente piegata a 90° a dichiarare che “… se i tour operator dicono così, così bisogna fare…”.  Imbecilli.  Imbecilli e ignoranti. In questo modo, questi agenti di viaggio hanno dato corda ai meno corretti tra i T.O., gettando ulteriori palate di fango su tutti i rappresentanti del settore agenziale, soprattutto di quelli che, al contrario, hanno agito bene.

E’ certo che molti agenti di viaggio cesseranno la loro attività: la crisi non perdona e molti di noi lo sanno molto bene. Non posso che augurarmi che i tanti clienti che hanno chiesto il nostro aiuto di fronte all’indolenza dei loro “ADV” aiutino questo processo epurativo.