Chi di voi ricorda "Agenti in Primo Piano"? Parto della vulcanica mente di un agente di viaggio toscano – uno di quei toscanacci capace di essere nello stesso tempo fonte infinita di simpatia ed incredibile rompiscatole – questa sigla voleva rappresentare la centralità dell’ADV rispetto alle situazioni scottanti di quegli anni. Ebbene, l’iniziativa ha portato all’incriminazione penale del toscanaccio…
Proprio così, un’incriminazione penale con l’accusa di aver “…con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso… (omissis) … offeso la reputazione di TOZZI ANTONIO, in proprio e quale Presidente e legale rappresentante della FIAVET…” .
Accusa grave, quella di aver offeso la reputazione di qualcuno. Ancora più grave quando oltre quella di “qualcuno” si offende anche la reputazione di “qualcosa”, in questo caso rappresentato dalla FIAVET che, nell’atto giudiziario, viene indicata quale “associazione maggiormente rappresentativa del settore". Noi non ci crediamo per niente, ma se lo dicono loro noi li lasciamo dire...
Ma torniamo ai fatti. Siamo nel 2003, verso la fine dell’anno. ALITALIA sta terminando l’intervento chirurgico destinato a tagliare agli ADV le commissioni sulle vendite di biglietteria aerea, con queste tagliando anche un discreto numero di posti di lavoro e pure qualche impresa turistica. Pazienza, dirà qualcuno: sono danni collaterali inevitabili. Pazienza un corno, diciamo noi: chi decide di "tagliare" - qualunque cosa sia - potrebbe prima provare a tagliarsi le ... cose sue, almeno per vedere che effetto fa. Comunque, è il momento in cui da nord a sud, da est a ovest, monta la protesta degli ADV di fronte a quello che viene ritenuto un sopruso. Aggiungeremmo, da parte nostra, una vera porcata…
Si mobilitano Associazioni e agenti, piccoli T.O. e grandi consolidatori, tutti a dire, tutti a suggerire, tutti a ideare contromisure: Pietro Sinistri, agente di viaggio romano e membro del Consiglio Nazionale FIAVET, al grido di “Al servizio di tutti, schiavi di nessuno” organizza una mobilitazione generale che vede l’apice in una manifestazione di fronte allo stand di Alitalia presso la BIT. La FIAVET siciliana – allora guidata dal collega Giovanni Campanella - organizza una serrata delle agenzie con lo scopo di bloccare le vendite di biglietteria (azione poi non portata a termine in quanto ritenuta "inutile" da Roma...) e, sempre dalla Sicilia, parte un boicottaggio “pesante” al vettore nazionale, usando i CRS quali strumenti di vendetta capaci – in quell’occasione – di far risultare pieni aerei che decollavano, in realtà, semivuoti.
Tutti urlano, tutti temono, tutti chiedono. Ma cosa chiedono, e a chi? Chiedono alle Associazioni “maggiormente rappresentative” di contrastare l’iniziativa di Alitalia con qualsiasi mezzo, ben sapendo che il successo del vettore sarebbe stata la sentenza di morte per i profitti derivanti da un ramo d’attività che – seppure costoso e impegnativo – produceva ancora denaro.
“State tranquilli… Il nemico non passerà! Non siamo forse noi l’organizzazione più rappresentativa dei vostri interessi? Quindi tutti tranquilli!” E gli ADV credevano. Speravano. Finché, un bel giorno, ecco il risultato: “Tutto OK! Siamo riusciti a spuntare la possibilità di applicare le fee!” Ma... Le commissioni?? “Quelle no, sono roba vecchia, inadeguata ad un mercato nuovo e moderno. Vedrete che cambiamento…” Il cambiamento l’abbiamo visto, eccome se l’abbiamo visto…
Fatto sta che, a questo agente di viaggio toscano, tutti questi messaggi tranquillizzanti - sia quelli del “prima” che quelli del “dopo” - non vanno giù, e armato di una tastiera e di tanta fantasia eccolo a “segare i nervi” a tutti, con tante e-mail dove sostanzialmente diceva: “Cara associazione, sai cosa ti dico? Ti sei intascata un sacco di soldi negli ultimi vent’anni per dirmi – oggi – che posso salutare i miei soldi, quelli che guadagnavo e che tu non hai difeso. Quindi, da oggi in poi, i miei soldi non te li do più.” E invitava tutti gli ADV a dire “Basta” alle associazioni capaci di incassare ma non di fare.
Inoltre, tanto per dimostrarsi sempre più fantasioso e rompiscatole, il nostro agente mandava anche una e-mail che, aprendola, faceva si che un cartoon raffigurante un omino con un ciuffo di capelli spelacchiato, dei grossi dentoni e un’aria stupita (stupita, non stupida...), si “sporgesse” dal monitor con l’aria di “sbirciare" il piano di lavoro della scrivania del destinatario. Una scritta sottostante recitava, più o meno: “Ciao Presidente… Volevo solo vedere la tua scrivania! Ma non fai proprio un tubo… Povera XXXXXXXXX (nome dell’Associazione)!”
Anche Autotutela ha ricevuto la sua buona e-mail destinata al suo Presidente che, detto per inciso, l’ha immediatamente utilizzata per “girare” lo scherzetto ad altri conoscenti facendosi una grassa risata sopra.
Antonio Tozzi no. Anche la FIAVET, no. E con “no” vogliamo dire che, entrambi, si sono persi l’occasione di ridere preferendo querelare il rompiscatole toscano. Un procedimento penale per una ca…volata del genere. Ovviamente non manca la richiesta risarcitoria: 20.000 euro per Antonio Tozzi, 20.000 euro per FIAVET: queste le richieste danni. Come dire che se l'onore offeso una volta si lavava col sangue oggi si lava con gli assegni circolari. Meglio se importanti.
Il nostro Presidente, citato quale teste dalla difesa, ha sottolineato davanti al Giudice la scherzosità di quelle e-mail e la volontà di un agente di viaggio non certo di offendere ma, piuttosto, di stimolare le Associazioni a fare di più e meglio, a prendersi maggiormente a cuore le problematiche del settore, ad essere veri “rappresentanti” degli Associati. O a farsi da parte, alternativa alla quale qualcuno dovrebbe pensare.
Ci auguriamo che il Giudice assolva questo collega. Ci auguriamo che, a vincere, non sia l’agente di viaggio singolo ma la categoria, ovvero tutti coloro che – nel 2003 ma anche dopo – avrebbero volentieri dato una bella pedata nelle parti morbide a tutti i Presidenti di tutte le Associazioni, colpevoli di non aver fatto nulla per evitare l’accaduto. E se qualcuno vuole dire che “tanto sarebbe successo comunque” rispondiamo che si, può essere vero, ma nessuno cede senza combattere a meno che non ci guadagni o non sia un vero vigliacco.
Se qualcuno vuol far giungere un messaggio d’incoraggiamento al collega denunciato sciva un commento: non l’aiuterà a pagarsi l’avvocato ma, probabilmente, gli farà piacere!