Questa storia, per niente bella, si svolge a Cavezzo, provincia di Modena, un paesino della piana di circa 7.000 anime raccolto attorno alla piazza, con la sua chiesa e il suo mercato, i classici negozietti di paese, un piccolo supermercato come ce ne sono tanti. Qualche bar dove si beve il caffè al mattino salutandosi, perché ci si conosce tutti, e dove la sera si gioca a carte e si parla di calcio e politica. Gente che lavora sodo e che, quando riesce, va in vacanza. Tutto questo era ieri, perché oggi la realtà è fatta solo di macerie, sofferenza e paura. E, grazie a qualcuno, di VERGOGNA

Immaginatevi una famiglia di quattro persone con papà e mamma entrambi impiegati nell'unico, piccolo supermercato alimentare, ai banchi e alle casse.  Una famiglia come tutte, con il mutuo, i bambini da mandare a scuola, le spese da pagare, e la preoccupazione per i tempi che corrono. La stessa preoccupazione di tutti.

Nonostante la crisi, però, una settimana di vacanza si prenota, magari per luglio che costa meno e il tempo è bello. Una settimana per far giocare i bambini, che il mare gli fa bene, e per star lontani dall'incubo delle tasse e da tutte le brutte cose di tutti i giorni. Una settimana in Grecia, al mare, al sole.  E la si prenota a marzo, perché prenotare prima conviene, costa meno.

Poi arriva il terremoto.  Il supermercato viene gravemente lesionato dalle scosse diventando inagibile. E se è inagibile, né si entra per comprare, né per lavorare.  Le case, tante case, anche, e tra queste case c’è anche quella della famiglia che – in un sol colpo – vede svanire lavoro, vita, risparmi. Tutto. Inclusa la possibilità di andare in vacanza, ovviamente.

Ed ecco l’agenzia di viaggio – anch’essa lesionata, anch’essa pesantemente baciata dalle scosse – attivarsi per togliere almeno quella preoccupazione dalla testa di chi già ha avuto disgrazie a sufficienza, e chiedere all’operatore di cancellare una prenotazione fatta a marzo per partire a luglio, chiedere all’operatore di alleviare in piccolissima parte quel dramma.

Ma, contrariamente a quanto fatto da più o meno tutti gli altri T.O. che hanno giustamente deciso di andare incontro a questi sfortunati, e contrariamente al buon senso, alla ragione e a qualsiasi altra cosa vogliamo pensare, questo operatore è categorico: cambio nome con 30 euro di spese per pax, inclusi i bambini che viaggiavano gratis, o annullamento con penale del 10%.  Nulla di più, nulla di meno.

Vi lasciamo liberi di esprimere ciò che viene immediatamente da pensare. Noi proviamo solo tanta VERGOGNA per questo operatore che vuole essere grande ed è invece piccolo, piccolissimo; questo operatore che anziché mandare i “controller” a pucciare il dito nel sugo e a giocare con i bimbi – ipocrisia allo stato puro – dovrebbe mandarlo a vedere le macerie di Cavezzo, di Mirandola, di Finale Emilia, di San Felice sul Panaro. Questo operatore che anziché chiedere regolarmente la fiducia degli agenti di viaggio e dei viaggiatori dovrebbe nascondersi, cercare un luogo solitario e VERGOGNARSI.

Ma d’altronde, quando si è “piccoli” si è “piccoli” nonostante si tenti di darsi arie da grandi.

Caro T.O., caro “piccolo” T.O., il cliente NON ti pagherà mai questa penale. Non ti darà mai quei 250 o 300 euro che – lo sappiamo bene… – ti servono.  Si, perché nonostante i tanti cataloghi, la tanta pubblicità e le tante iniziative, quei soldi, anche se pochissimi, ti servono… 

Quella penale te la pagherà AUTOTUTELA con i soldi che sta pazientemente raccogliendo da agenti di viaggio e da altri tour operator che, con meno cataloghi dei tuoi, sanno cosa vuol dire RISPETTO.  Mandaci l’estratto conto, e riceverai i tuoi soldi, quelli che per te contano più di qualsiasi altra cosa.

Felici di pagarteli pur di dirti – ora e sempre – che dovresti VERGOGNARTI.