Una turista tedesca aggredita ed uccisa da uno squalo in acque poco profonde.  Altri turisti, questa volta russi, erano già stati assaliti, sempre  dagli squali e sempre in acque basse.  Il tutto è accaduto a Sharm El Sheikh, addirittura - pare - nelle acque prospicienti la famosa spiaggia di Naama Bay. La notizia, comunque tremenda per il suo drammatico contenuto, non è peggiore di tante altre che quotidianamente affollano la cronaca mondiale, dove i morti in maniera cruenta non mancano di certo.  Ma, al contrario di altre, provoca una reazione capace di ingenerare danni enormi al turismo. Infatti – a titolo precauzionale – le spiagge di Sharm sono state chiuse.

Questo riportano le agenzie di stampa, accompagnando il tutto con “dichiarazioni governative” tese ad assicurare i turisti sulle ricerche che gli scienziati stanno facendo per capire i motivi che hanno spinto gli squali ad aggredire questi turisti in acque anche basse. Pare, infatti, che le vittime delle aggressioni non fossero neppure in acque particolarmente profonde e, quindi, gradite ai predoni del mare.

La chiusura delle spiagge – seppure più che comprensibile e motivata – rischia di far crollare l’economia di Sharm ma, soprattutto, quella di molti T.O. e ADV che vedono in questo prodotto di basso costo e di facile vendibilità in ogni periodo dell’anno, il cavallo di battaglia da cavalcare anche nei momenti di particolare crisi.

Un altro aspetto da non trascurare – come dimostrano le tante telefonate già pervenute stamane alla nostra sede – è quello degli annullamenti: quando il cliente decidesse di annullare in quanto venuta meno la possibilità di fare i bagni, dovrebbe essere rimborsato?  La risposta dei nostri legali è SI. Infatti, nell’acquistare una vacanza, il consumatore acquista anche la possibilità di fruirla in totale serenità ponendone godere appieno.  Ora, come si potrebbe definire “godibile in serenità e pienezza” una vacanza al mare dove è impossibile fare i bagni?

Siamo certi che se la decisione di mantenere chiuse le spiagge dovesse protrarsi, o se – peggio – venissero registrati altri casi simili a quelli già accaduti, il mercato dovrebbe ripiegare su altre spiagge, con danni incalcolabili per l’intero comparto.