Logo Blu VacanzeTra il finire del 2009 e questi primi venti giorni dell’anno ci sono giunte alcune segnalazioni – sia da parte di agenti di viaggio che di viaggiatori – aventi ad oggetto una ipotetica “grave difficoltà finanziaria” da parte di un operatore turistico.

La segnalazione del problema nasce da alcuni AdV che hanno fornito questa dichiarazione ai clienti, invitandoli ad acquistare prodotti di altri fornitori.

La notizia in se non avrebbe nulla da raccontare se non sottolineare il senso di responsabilità dimostrato dagli agenti di viaggio in questione. La questione cambia però aspetto quando a fornire l’informazione sulla presunta “criticità” dell’operatore sono alcune agenzie del gruppo Blu Vacanze e quando il tour operator è GIVER, operatore da sempre considerato molto serio soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dei quattrini. Sarà perché sono genovesi…

Scherzi a parte – e detto da un’Associazione che non ha fatto alcuno sconto alla GIVER quando è parso che avesse deciso di richiedere il famigerato acconto del 25% in maniera indiscriminata – la cosa è molto grave:  i bilanci della GIVER ci sono noti e non sono certo quelli di un operatore in difficoltà.  Di GIVER ci è anche nota la sua politica di vendita che esclude l’intero circuito di BluVacanze dalla distribuzione dei suoi prodotti, politica che non viene certo nascosta ma, al contrario, reclamizzata ogni qual volta l’operatore decide di promuoversi sulla stampa destinata al consumer.

Possiamo anche capire quanto sia sgradevole, per un agente di viaggio, sentirsi richiedere un prodotto che non è in grado di vendere ma se il modo per aggirare l’ostacolo viene ricercato nel invitare il cliente ad acquistare altri prodotti “per evitare problemi”… Beh, non ci pare una buona idea, né – tantomeno – ci pare corretta.

Sarebbe quindi opportuno che la direzione di BluVacanze provvedesse ad educare le proprie filiali in merito ai doveri di correttezza e trasparenza che devono – ripetiamo devono – essere patrimonio di ogni agente di viaggio, a tutela del consumatore e nel rispetto dei suoi diritti.  E, aggiungiamo, nel rispetto di ogni altro soggetto commerciale, ancor più quando il soggetto in questione ha le carte in regola per poter essere annoverato tra i “buoni”.