In questi giorni è tornata a divampare la questione degli adeguamenti sul costo dei pacchetti: da una parte il Dollaro americano che guadagna lunghezze sull’Euro, dall’altra il carburante che scende registrando prezzi che non si vedevano da tempo. E, come spesso accade in simili circostanze, la nostra posta elettronica inizia a ricevere decine e decine di messaggi degli agenti di viaggio, tutti recanti una sola domanda: “Cosa dobbiamo fare?”
Sembrerà strano, ma agli agenti di viaggio rispondiamo “Nulla. Non dovete fare nulla”.
Se l’adeguamento applicato al viaggiatore non lo soddisfa, informatelo semplicemente dei motivi per cui vede aumentare il prezzo del suo viaggio e spiegategli che le modalità di calcolo degli eventuali rincari sono disponibili sui cataloghi per ogni verifica. Infine, se insiste, lasciate che chieda maggiori chiarimenti all’unico soggetto in grado di fornirli: il tour operator. Andare oltre non è compito vostro, e – almeno per una volta – provate a restare ben saldi nel ruolo che vi compete.
Noi abbiamo deciso di tenercene fuori per due motivi: il primo sta nel fatto che l’agente di viaggio non può – e non deve – sostituirsi al consumatore quando vi siano problemi che non rientrano nella sua sfera d’influenza, e il secondo – sostanziale – è che discutere, oggi, su differenze minime (alza il dollaro, abbassa il petrolio… la differenza si gioca su poca cosa…) non può che indebolire ulteriormente il nostro mercato. Tutto il mercato.
I T.O. perdono fior di soldi sui cambi valutari, e un nuovo scontro sugli adeguamenti li penalizzerebbe maggiormente: sappiamo bene che il consumatore è elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza, e che per questo motivo gli si devono riconoscere tutte le attenzioni possibili, ma anche l’operating deve sopravvivere.
Porteremo invece la nostra attenzione sul fronte del trasporto aereo, su quelle YQ che, al loro interno, celano la più grande frode ai danni dei passeggeri, degli agenti di viaggio e del mondo intero, e ritorneremo - ora, a quante pare, sostenuti anche da altre associazioni che finalmente paiono aver capito quanto noi affermavamo dodici anni fa - sulla questione dell’incasso delle tasse aeree, che non può essere imposto agli ADV senza che sia riconosciuta loro un’equa remunerazione.
Il 2015 – che molti vedono come l’anno della ripresa – sarà invece un anno caldissimo nel quale si concentreranno molti argomenti cari a chi lavora nel turismo, dimenticati (da qualcuno…) da tempo ma attualissimi. Non potrà esistere ripresa se una serie di nodi non verrà sciolta, e questo richiederà l’impegno di tutti gli agenti di viaggio, degli operatori e delle associazioni. E chi non sarà della partita avrà certamente di che pentirsi in futuro.