I vuoti normativi e le norme confuse costituiscono un vantaggio per gli abusivi
Un lampo di luce sembra intravvedersi in fondo al tunnel di questo lungo anno di pesantissime ripercussioni sul settore turistico e, in particolare, sulle attività delle agenzie di viaggio.
Le parole del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sembrano infatti voler rilanciare, a nuovo splendore, il ruolo del turismo, quale settore di primaria importanza nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Com’è giusto che sia, aggiungo.
Se l’unico lato positivo di questa pandemia poteva essere sembrato l’apparente letargo forzato dell’abusivo, costretto all’inattività come gli agenti di viaggio e come tanti altri onesti lavoratori del settore, negli ultimi mesi il nostro Ufficio Legale ha dovuto districarsi tra un numero impressionante di segnalazioni di highlanders abusivi.
Falsi e improvvisati consulenti di viaggio, sedicenti guide turistiche, autisti, enti religiosi, “traveldesigner” e “travelblogger”, associazioni con qualunque scopo sociale: tutti hanno saputo, senza pudore alcuno, sfruttare lo spazio offerto dai vuoti normativi o dalla poca chiarezza delle norme, oltre a quello involontariamente concesso dall’inattività delle imprese regolari, continuando a tessere abiti fasulli di agenti abili e competenti e danneggiando in maniera inesorabile il settore e l’ignaro (o sprovveduto?) consumatore.
Ma ci sentiamo di aggiungere un sentore di speranza: si sta infatti concretizzando una presa di coscienza delle varie Regioni italiane relativamente all’anacronismo di svariate Leggi Regionali che normano i requisiti di esercizio delle attività di “Agenzia di Viaggi e Turismo”: ci si sta rendendo conto, finalmente, anche se ancora con troppa lentezza, del varco offerto all’abusivismo dalle stesse norme che dovrebbero garantire, invece, legalità formale e sostanziale.
È il momento giusto per cavalcare questa situazione, sfruttandola per poter affondare una lancia in seno alla piaga dell’abusivismo: ora più che mai è ora di rimboccarsi le maniche, fare “rete”, sfruttare gli strumenti a disposizione per chiedere legittimamente gli interventi delle Autorità preposte alla vigilanza. Ora più che mai è il momento per denunciare senza paura. Per far terra bruciata intorno a questi disonesti.
L’AIAV, dal canto proprio, in questi mesi ha continuato ad assicurare ai propri associati massima assistenza e concreto supporto in materia, rafforzando il dialogo con le Istituzioni e gli Enti locali, e denunciando, denunciando e ancora denunciando…
È importante non vanificare gli enormi sforzi sofferti sinora: più che mai, sarà fondamentale reagire con determinazione per riacquistare la dignità e la credibilità persa. La guerra non è ancora finita. Questa guerra non finisce mai.
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Dr.ssa Federica BENINCASA
Sportello Anti-Abusivismo AIAV
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