La Sicilia è una delle regioni italiane che può giustamente vantare una marcata impronta turistica: la sua storia, l’arte, la cucina, il mare, ne fanno un territorio importantissimo per l’economia turistica locale e nazionale. Ma, come spesso accade, a vanificare gli sforzi di enti e imprese si pone l’ignoranza che, in questo caso, porta il nome dell’assessore al turismo della Regione Siciliana, Daniele Tranchida. E ciò che l’assessore Tranchida ignora – beatamente e senza neppure darsi cruccio – è la differenza che intercorre tra ciò che è onesto e ciò che non lo è, tra un’impresa e un abusivo, tra il rispetto delle leggi ed il menefreghismo. A Presidente Regione Sicilia on. Lombardo
Ma partiamo dall’inizio. Durante la recente Conferenza Regionale del Turismo svoltasi a Palermo nei giorni 21, 22 e 23 giugno, l’assessore Tranchida, in uno sfoggio di cultura liberista alla “avanti tutta”, pronunciò le seguenti frasi:
"Tre giorni di analisi e proposte da parte di esperti, tecnici e operatori utili che hanno accolto il mio invito a dar vita a un incontro costruttivo, serio e franco, a volte, perché no, anche a muso duro. Dai dati forniti dall'Osservatorio Turistico Regionale che parlano di 40 mila arrivi in più nel 2010 rispetto al 2009 e dalle stime degli albergatori che per il 2011 annunciano +25% di prenotazioni, dobbiamo partire per cambiare prospettiva. Non più una di tipo quantitativa. Dobbiamo iniziare a ragionare sul medio-lungo periodo e quindi dirimere i nodi più importanti per rendere competitiva l'offerta turistica siciliana. Oggi c'è un problema di trasformazione del mercato turistico. Gli operatori devono adeguarsi ai cambiamenti strutturali del settore. Non possiamo chiudere internet per salvaguardare le agenzie di viaggio. Sono gli operatori che devono attuare una diversa cultura d'impresa. Così come quando soggetti come Pro Loco e parrocchie diventano soggetto turistico, organizzando gite, bisogna pensare se non sia il caso di adeguarsi a questa nuova situazione di mercato attraverso nuovi strumenti legislativi. No alla chiusura a riccio. Da solo il turismo non ce la può fare, deve integrarsi con gli altri settori e assessorati…”
Qualunque commento è sprecato di fronte all’esortazione rivolta a tanti AdV - che si fanno un… “agenzia” così tutti i giorni (pagando assicurazioni, Direttori Tecnici, affitti, contributi, imposte, tasse di concessione, ecc.ecc.) pur di lavorare nel rispetto delle norme - a imparare a fare concorrenza ai nuovi soggetti turistici – ABUSIVI – evitando di chiudersi a riccio.
La prima idea che ci è venuta in mente è che sarebbe stato sufficiente affidare i problemi di mafia all’assessore per vederli immediatamente risolti: sufficiente nominare i mafiosi Cavalieri del Lavoro ed ecco sconfitto il male grazie alla nascita di una nuova categoria imprenditoriale fino ad allora “non allineata”.
Non vogliamo – per ora – commentare più a lungo di tanto le sciocchezze pronunciate dall’assessore, né vogliamo – però – sollevarlo dalla graticola ardente sulla quale ha voluto graziosamente poggiare le terga: ciò che vogliamo è che questo fatto oltrepassi i confini della Sicilia per diventare problema di tutti noi. Troppo spesso, infatti, la politica alla quale le imprese si rivolgono speranzose si rivela un nemico implacabile mosso da ignoranza, da interessi privati, da interessi di partito.
E’ ora di dire basta. L’assessore Daniele Tranchida ha dimostrato di non avere a cuore gli interessi del turismo, di non conoscere le Leggi e di occupare una poltrona che non gli spetta. SE NE VADA! Ne prendano nota il Governatore della Sicilia on. Raffaele Lombardo, il Presidente della Camera on. Gianfranco Fini (Daniele Tranchida è di area finiana) e – soprattutto – gli agenti di viaggio di tutta la Sicilia e di tutta Italia: non si deve appoggiare, mai e in nessun caso, chi rema contro la nostra categoria, né chi consente loro di farlo.
Noi, comunque, presenteremo la richiesta di dimissioni in maniera ufficiale, richiesta che ci auguriamo sia corroborata da azioni di protesta forti e inequivocabili da parte di tutti gli agenti di viaggio che credono, ancora e nonostante tutto, nell’imprescindibilità del rispetto delle regole.