Il nome – Savino ZEZZA – è forse conosciuto da qualche agente di viaggio torinese. Certamente è conosciuto da diversi operatori turistici – da nord a sud – quale il nome di un incallito truffatore, capace di prenotare pratiche e pratiche senza mai pagare il conto.  Oggi un T.O. – Alpitour – è finalmente riuscito a portarlo in Tribunale per rispondere del reato di truffa.

Dopo aver operato sotto diverse “insegne” – apriva, lasciava qualche T.O. con un palmo di naso e chiudeva per riaprire, magari a poche centinaia di metri, con altro marchio – ha deciso che seguire la regolare trafila burocratica per aprire un’agenzia era inutile. Molto meglio coniare un nome (falso), un indirizzo (falso), una partita I.V.A. (falsa anche lei), una licenza falsa come tutto il resto ed iniziare a “lavorare”.

All’operatore cuneese non è rimasto altro da fare che – ricevuta la documentazione – attribuire i numeri di codice di prenotazione ed accogliere le prenotazioni che il ZEZZA inviava copiose. Oltre 50.000,00 euro, che non saranno tanti ma per essere stati messi insieme senza dover “affittare rami d’azienda” o inventare “new co” rappresentano già un bel pacco.

Aggiungiamo che ad Alpitour venivano inviati anche falsi bonifici e il quadro della situazione è pressoché completo.

Andrebbe però detto che il Savino ZEZZA era già – ripetiamo – abbondantemente conosciuto da molti operatori turistici che avrebbero potuto attivarsi anche prima di giungere a questo ennesimo episodio. Purtroppo pare che l’omertà, nel nostro settore, equivalga alla discrezione: piuttosto che denunciare apertamente un truffatore si è disposti a lasciare che il medesimo faccia danni a chiunque.

Comunque, la Procura della Repubblica ha appurato che al ZEZZA e alla moglie erano intestate quattro case e undici autovetture. Speriamo che al ZEZZA venga impedito di continuare, o in futuro qualche agente o T.O. sarà costretto a rimetterci per pagargli gli arredi e la benzina…