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QUANDO L’IGNORANZA HA NOME E COGNOME

Nel 2015, tenendo una lectio magistralis all’università di Torino, Umberto Eco scatenò un putiferio quando, parlando di comunicazione, affermò: “…i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli“.

Tutto subito non fui d’accordo, ma negli anni successivi ho capito che aveva ragione, che oggi qualsiasi ignorante è politologo, allenatore di calcio, virologo, economista e qualsiasi altra cosa voglia essere pur rimanendo, inevitabilmente, ignorante.

Oggi viviamo un momento difficile in cui tutti devono/dovrebbero far la loro parte al meglio delle possibilità, ma come spesso accade chi non può fare nulla sparla, da ignorante. Critica a vuoto, da ignorante, insulta e scrive falsità, da ignorante.

E i miei ignoranti di oggi hanno nome e cognome: Enrica MONTANUCCI e Francesco DELL’ORCO.

Se non li conoscete ve li presento… ignoranza 1, ignoranza 2, ignoranza 3.

Diversi nostri associati sono del parere che gli ignoranti debbano essere querelati. Io no, io credo debbano essere informati, istruiti, credo si debbano spiegare loro le cose che non sanno e che fa loro dire e scrivere sciocchezze. Ed è quindi a loro che mi rivolgo direttamente come piace a loro, con la mia faccia.

Enrica Montanucci e Francesco Dell’Orco, l’AIAV – che secondo voi in questo frangente disgraziato non ha fatto nulla – ha lavorato senza sosta come tutte le altre associazioni, scrivendo ogni giorno – ogni giorno – ai diversi Ministeri chiedendo chiarimenti sui Decreti che si sono succeduti, invitando gli Enti preposti a vigilare sui comportamenti dei vettori, dialogando con i sindacati con cui firma i CCNL per capire quali ragionevoli misure chiedere per la categoria, partecipando a tutti i tavoli di crisi con CNA Turismo. E di ogni aspetto ha informato i propri associati.

Ma non solo. Dal 6 marzo ad oggi l’AIAV ha processato oltre 1.200 richieste di aiuto dei colleghi, nostri soci ma anche non associati, colleghi che non riuscivano a recuperare acconti o saldi, che non sapevano se cancellare o lasciare in piedi prenotazioni di scuole o di privati, che erano in difficoltà nel riportare a casa i loro clienti o erano già alle prese con le lettere degli avvocati e dei clienti… Oltre 1.200.

E tanti di coloro che ci hanno chiesto aiuto scrivono e leggono anche nel gruppo FB #nonsmetteremodiviaggiare dal quale denigrate l’AIAV.

A questo proposito… Denigrare l’AIAV significa denigrare decine e decine di agenti di viaggio che lavorano con e per l’AIAV: sono i nostri Delegati, che in ogni regione e provincia si fanno carico di dialogare con i nostri oltre 1.900 associati per i loro problemi o dubbi. E millenovecento associati non li metti insieme con le parole ma solo lavorando per loro ogni giorno dell’anno. Come ieri, come oggi e come domani. E denigrare l’AIAV equivale anche a denigrare i suoi professionisti – avvocati e fiscalisti – che anche e soprattutto in questi giorni hanno lavorato fino a sedici (16) ore al giorno per aiutare i colleghi in difficoltà.

Enrica Montanucci, noi non passiamo il tempo “…facendo causa a tutto e a tutti…” ma non ci tiriamo indietro quando è il caso di farlo: nel 2019 l’abbiamo fatto nei confronti della IATA per le discriminazioni attuate verso le carte di credito degli agenti di viaggio, e del gruppo ARKUS per i danni causati agli agenti con I Viaggi di Atlantide, Best Tours, Amanda Tour e Metamondo. Nel 2020, invece, abbiamo chiamato in causa le testate giornalistiche che hanno scatenato il panico (allora ingiustificato) causando i primi danni proprio alle nostre aziende. Tutte azioni a sostegno delle agenzie di viaggio promosse senza “vuotare le vostre tasche…” ma solo utilizzando le nostre risorse.

Francesco Dell’Orco, la nostra Associazione non usa “fake” o “troll” come tu chiami in maniera dispregiativa “i” nostri “Marco Palma”: utilizza una figura-simbolo della nostra associazione nata nel 2002, diciotto anni fa, figura dietro la quale si muovono i nostri e i vostri professionisti quali appunto i legali e i commercialisti che spesso suggeriscono ai colleghi come agire a fronte di precise situazioni, o agenti di viaggio esperti in biglietteria o tecnica turistica (e ci sono anche docenti, di quelli veri…).

Quella che tu chiami “associazione farlocca” (non scrivere certe cose… uno meno caritatevole di me ti avrebbe querelato con valido motivo…) rappresenta oltre 1.900 agenzie, siede ai tavoli istituzionali, firma i CCNL con le forze sociali e, se porta a casa 40 (quaranta) associati in un solo giorno, è perché molti colleghi hanno capito che costa meno un anno di associazione (150,00 euro) che il rivolgersi ad un legale per farsi scrivere due righe.

Ancora. Siccome nel tuo commento chiedi cosa facevamo mentre tu eri in piazza a protestare, ti rispondo che lavoravamo dopo aver fornito ad Enrica Montanucci i dati statistici che ci aveva richiesto per preparare le “…vostre richieste alle Istituzioni…” (ho tenuto una stampa delle conversazioni, per buona misura…) e dopo aver preparato l’immagine da far girare sui social per la chiamata alle armi, rigorosamente senza alcun logo della nostra associazione.

Comunque, se sono arrivati risultati (pochi, seppure utili…) dal Governo, e se altri ne arriveranno, non lo si dovrà certo a voi quanto, invece a tutte le associazioni e quindi all’Aidit, ad Assoviaggi, all’Astoi, alla Fiavet, a FTO e anche all’AIAV-CNA Turismo, tutte realtà che hanno concretamente lavorato sulla questione grazie all’apporto fornito dai loro validissimi professionisti ma, soprattutto, grazie al loro senso di responsabilità verso l’intera categoria (sapete, io non sono pagato dall’AIAV e credo non siano pagati neppure gli altri Presidenti delle associazioni citate…).

A voi si deve “…il richiamo dell’attenzione pubblica”? No, a voi si deve invece l’aver fatto passare l’intera categoria per un insieme di imprese “con le pezze al sedere”, aziende che se non sono in grado di usare i “flussi di cassa– ovvero i soldi dei clienti – non sono neppure in grado di pagare l’affitto del mese, aziende che restando ferme due o tre settimane sarebbero condannate alla morte.

Beh, Enrica Montanucci e Francesco Dell’Orco, forse questa sarà la vostra realtà, ma vi assicuro che la realtà della maggior parte delle agenzie di viaggio non è quella che avete raccontato.

Chiudo assicurando che questa mia – che firmo, ovviamente – non è una critica ma un piccolo contributo alla lotta all’ignoranza che tutti, nessuno escluso, siamo tenuti a sostenere. E oggi ho voluto rendere voi meno ignoranti su cos’è l’AIAV, su cos’è un’associazione. Spero sinceramente vi serva.

So bene che pioveranno critiche a gogò: nessun ignorante è mai contento di darne pubblica dimostrazione. Ma come io so che sarò criticato, è bene voi sappiate che delle critiche, ci certe critiche, non mi preoccupo proprio. Non abbiamo mai avuto intenzione di partecipare a concorsi di simpatia utilizzando frottole o prese in giro e non inizieremo a farlo ora. E – probabilmente – il fatto che AIAV continui a crescere si deve a questo.

Fulvio Avataneo

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