Un anno e quattro mesi di condanna per le accuse di truffa ai danni di Alpitour. Il Giudice del Tribunale di Torino ha oggi impiegato pochissimo tempo a valutare i fatti e a pronunciarsi. Aldilà della condanna inflitta al truffatore, il legale di Alpitour ha posto il dito su un elemento che Autotutela, da tempo, pone all’attenzione di tutti…  Condanna fotocopia di quella che Savino ZEZZA si era già buscata nel giugno del 2007 per reati anch’essi fotocopia di quelli oggi contestati. Truffa ai danni di operatori e di viaggiatori (vedi precedenti articoli su www.autotutela.it ).

Di particolare interesse un passaggio della requisitoria del legale dell’Alpitour, l’avvocato Paolo Pacciani, che ha voluto spiegare al Giudice come l’utente dei giorni nostri sia profondamente diffidente nei confronti dei tour operator (verissimo…) ma, nel caso in questione, gli stessi viaggiatori abbiano accettato di concludere le loro transazioni al tavolino di un bar piuttosto che in un’agenzia di viaggio, pagando spesso in contanti e non con assegni o altri mezzi di pagamento meglio tracciabili, e accettando le giustificazioni estremamente fantasiose propinate dal Zezza ai malcapitati per spiegare le mancate partenze o il cambiamento di destinazione…

Questo aspetto non fa che rafforzare il nostro pensiero: i viaggiatori che accettano di acquistare pacchetti viaggio in questo modo, non solo non sono le “vittime” che vogliono raffigurare ma, addirittura, ci viene in mente che per acquisti compiuti in questo modo c’è una definizione precisa: incauti. E l’ incauto acquisto ricorre anche nelle pagine del Codice Penale. Bene ha quindi fatto l’avvocato dell’Alpitour a sottolinearlo al Giudice.  

Anche se un anno e quattro mesi paiono pochi, è bene guardare la questione dall’alto: una condanna precedente – per le medesime tipologie di reato – c’era già. Una è arrivata oggi. Altre arriveranno prossimamente, anche perché sono parecchie le agenzie di viaggio ed i privati che ci hanno contattati per meglio dirigere le proprie denuncie e le conseguenti richieste di risarcimento. E di pena.

Si, pena. Perché se altre vicende dovessero presentarsi ancora davanti ad un Giudice, prima o poi i benefici di Legge – soprattutto la sospensione della pena – andrebbero ad esaurirsi e probabilmente, il Zezza, dovrebbe scontare la sua pena dietro le sbarre.

A meno che non decida di risarcire i danneggiati, cosa che non pare essere nelle sue intenzioni in quanto, se così fosse, forse avrebbe potuto già evitare le precedenti condanne. Comunque staremo a vedere…

Per chiunque dovesse riconoscersi tra i “presi in mezzo” da Savino Zezza, ricordiamo che potrà scrivere a  legale@a-autotutela.it  per verificare la situazione con i nostri avvocati.