^13415D4479AC709649AAF16F4BAACCFB7A6FFC7C1893C197E0^pimgpsh_thumbnail_win_distrLe commissioni calano, i costi aumentano, il Governo latita. Con questo scenario così poco benevolo le somme sono presto fatte: buona parte delle agenzie di viaggio è destinata alla rottamazione senza incentivi, e le restanti dovranno imparare a giocare la partita con altre regole e, addirittura, in altri campionati rispetto a quelli tradizionali.

Tra pochi mesi (salvo nuova proroga che dai palazzi della politica danno per “impossibile”) entrerà in vigore l’obbligo di dotarsi di nuova polizza assicurativa o di fidejussione bancaria per tutelare il consumatore dal rischio di insolvenza o fallimento dell’agenzia o del tour operator. Legge già approvata, scritta con i piedi e buttata sul tavolo in fretta e furia per disfarsi del fastidioso fardello del Fondo Nazionale di Garanzia, rischia di imporci un nuovo costo stimabile intorno all’1% del nostro volume d’affari (decimale più, decimale meno). Niente male, vero?

A ciò si aggiungano le garanzie richieste ancora oggi da alcune Regioni che, seppure siano rimaste poche, non demordono. Addirittura la Lombardia – che si dice pronta ad aiutare le ADV ad uscire dalla crisi – ha pensato bene di aumentarle fino ad un terzo in più dell’importo precedente.

Le società incaricate dai Comuni di riscuotere le tasse per la “pubblicità in vetrina” si sono scatenate, e non c’è giorno che da Comuni del nord o del sud non giungano richieste d’aiuto per tasse quanto mai improbabili varate non per correttezza, ma solo ed esclusivamente per fare cassa sulle spalle di poche categorie. E, infine, stiamo per essere nuovamente chiamati a fronteggiare la questione del Canone RAI (vecchia storia…) che a breve ci verrà riproposta con la variante ricattatoria dell’imposizione sulla bolletta dell’energia elettrica. La pagheremo? NO, ma dovremo anche in questo caso impegnarci con un braccio di ferro contro l’apparato dello Stato.

E ora vediamo l’altro fronte, quello dei nostri fornitori, quelli di cui siamo i “migliori e più importanti partner” ma che non mancano mai di farci capire, tra le righe, che siamo anche la loro migliore ancora di salvezza quando si tratta di riequilibrare i loro conti…

Tralasciando i vettori aerei e marittimi – sui quali varrà la pena di scrivere una seconda volta non per parlare di miopia commerciale, ma piuttosto di ladrocinio e banditismo allo stato puro – mi limiterei a parlare di quei tour operator che, per dare una “botta” alle loro difficili condizioni, hanno pensato di inglobare l’IVA del 22% nel computo delle commissioni spettanti alle ADV. In pratica, un “taglio” netto di oltre un quinto dei margini agenziali.

Questa brillante decisione in un momento in cui la crisi economica non smette di mordere le nostre aziende, l’insicurezza e la paura rendono simili a campi minati diversi Paesi e l’aggressività degli operatori stranieri si rivelerà una spina nel fianco nel corso della prossima stagione estiva. Decisione idiota?

Secondo Luca Battifora, presidente ASTOI, assolutamente no, ma – piuttosto – una decisione maturata in un contesto più ampio: “Le complessità che il nostro (loro n.d.r.) comparto è chiamato ad affrontare in questa delicata fase storica del settore sono tutt’altro che banali, i cambiamenti sono tali che è velleitario pensare di mantenere procedure e standard operativi inalterati”.

Ma, chiedo a Luca Battifora, siamo veramente convinti che le complessità da affrontare siano poi tanto diverse tra organizzatori e venditori? Siamo davvero convinti che i cambiamenti impongano una mutazione solo ai tour operator? Io, personalmente, non ne sono per nulla sicuro, e vedo l’intera filiera alle prese con problemi che richiederebbero maggior confronto e condivisione piuttosto che nuove fratture.

Da tutto ciò nasce la necessità, per noi, di spingere sempre più sulla disintermediazione, sulla ricerca di modelli operativi più sicuri degli attuali ma comunque da preferire ad una egemonia stupida da parte di chi crede basti togliere al prossimo per risolvere ogni problema.

Il problema delle nuove polizze (o fidejussioni) a garanzia del consumatore si risolverà in quanto gli strumenti sono stati reperiti e sui costi si lavorerà per far recuperare una parte di essi con risparmi su altri servizi di fondamentale importanza e di uso regolare; sulle garanzie richieste dalle regioni si dovrà lavorare incessantemente per far capire agli amministratori – prima di tutti a quel Parolini “parolaio” che da una parte dice di voler dare ma dall’altra prende senza spiegare – che le imprese, anche se piccole, non sono mucche da mungere. E sul Canone RAI faremo fronte come già abbiamo fatto in precedenza.

Sui tour operator c’è poco da dire se non suggerire di iniziare – sul serio – a fare una drastica selezione non più basata su brand, simpatie verso i promoter, gadget ed educational, ma in maniera più imprenditoriale, ovvero basandosi su costo/ricavo, benefici reali, correttezza verso i clienti (per cortesia, scartate immediatamente quelli che, con adeguamenti inventati la notte e applicati di giorno, fanno fare a VOI la figura dei ladri con i clienti…). Rivalutiamo i piccoli operatori, quelli dai pochi prodotti ma dall'infinita attenzione verso clienti e agenti mai "numerati" ma sempre chiamati per nome e cognome.

Alcuni T.O. credono che il mondo giri intorno a loro (frase pronunciata dal direttore vendite di uno di questi…) ma non è proprio così: facciamo girare il “nostro” mondo intorno a noi e ai nostri clienti e preoccupiamoci di guadagnare la pagnotta senza farcene rubare metà dall’uno e dall’altro.

Dimenticavo… I network. Le reti possono diventare un elemento fondamentale per la rinascita delle agenzie di viaggio, o possono sparire senza lasciare rimpianti in nessuno, agenti e operatori. Possono decidere se trasformare le attuali reti in organi capaci di produrre, proporre e vendere, o se mantenere questo ruolo di “mezzani” tra due parti sempre più lontane tra loro. Ciò che è certo è che continuando a mantenere il ruolo attuale, la loro spinta propulsiva è definitivamente terminata.