Italo 317Il mio professore di statistica, all’università, esordì alla prima lezione - una bomba di lezione... - con una famosa statistica che dichiarava che ogni italiano mangia un pollo e mezzo al giorno. Disse: “Io non mangio pollo da due giorni... chi di voi ha mangiato i miei tre polli?

In effetti, spiegò dopo, non è che la rilevazione fosse sbagliata, perché il numero di polli consumati al giorno in Italia, diviso il numero degli italiani, fa esattamente 1,5, che non vuol dire affatto che ognuno di noi mangi davvero un pollo e mezzo al giorno. Ciò per il semplice motivo che il pollo viene usato nella preparazione di mangimi animali, in una serie di surrogati, e anche esportato. Consumare e mangiare sono sinonimi, ma il significato è diverso secondo l’uso lessicale che se ne fa. Le percentuali statistiche bisogna rilevarle bene prima, e interpretarle ancor meglio dopo, evitando di riportarle in maniera maliziosa.

Molti di noi avranno notato che, da decenni, tutti i big del turismo si nascondono dietro alle statistiche in maniera similare a quella del pollo, e forse è arrivato il momento di rompergli il giocattolo, e anche la calcolatrice, interpretando correttamente il valore dei numeri che aggregazioni di soggetti, e percentuali numeriche, possono esprimere in relazione all’economia ed al territorio.

Vogliamo comprendere, ad esempio, qual è l’impatto commerciale della protesta, lanciata dal comparto degli agenti di viaggio e sostenuta da A.I.A.V., contro l’unilaterale riduzione delle commissioni da parte di Ntv-Italo, che non è il primo, e disgraziatamente non sarà neanche l’ultimo, a usare queste… politiche?

Ebbene, pare che abbiano già aderito oltre mille agenzie, sparse sul territorio italiano. A un campione di queste agenzie sono state poste tre semplici domande: 1) quanto emettono con il fornitore specifico in 10 giorni, 2) quanto di questo importo pensano di poter spostare su altri vettori, e  3) in che percentuale pensano di perdere clienti e fatturati aderendo al black out, che io più precisamente chiamerei BLOCK OUT…

Ecco i risultati: voglio spiegare che essi riguardano un'equazione deduttiva con diverse variabili geografiche e commerciali, dove lo scostamento (la cd. “ forbice”) tra i risultati ottenuti e ciò che realmente accadrà, potrebbe essere rilevante. Per questo motivo abbiamo introdotto a monte una variabile negativa altissima, pari al - 30% del totale delle adv (mille) che nonostante l’adesione potrebbero non essere significative o finire per rinunciare alla protesta vendendo lo stesso il prodotto soggetto al “block out”.

Dichiarazione di fatturato su 10 giorni di vendite:

- fascia C: 54% delle adv meno di 5.000 euro

- fascia B: 16% delle adv tra 5 e 10 mila euro

- fascia A: 30% delle adv più di 10mila euro (96,7% geograficamente poste dalla Campania in su)

Su queste percentuali è stato sottratto in partenza il 30% per fascia di cui sopra; in effetti non si fa mai perché in questa fase ammazza praticamente la media, ma - in casi come questo - meglio volare bassi. Il mio professore, al posto di un trenta e lode, mi rimanderebbe con infamia per via della grezza forzatura, ma tant’è…

Ne risulta un campione di 700 agenzie su 1.000 che genererebbero il massimo impatto commerciale sul blocco delle vendite, ipotizzando che le 300 restanti avrebbero impatto zero.

- 378 di fascia C, importo medio non venduto = € 1.134.000

- 112 di fascia B, importo medio non venduto = € 784.000

- 210 di fascia A, importo medio non venduto = € 2.310.000

per un totale di € 4.228.000

- Il 96,6% delle adv dichiara di essere in condizione di spostare traffico su altri vettori = € 4.084.248

- il 91,3% delle adv dichiara di essere certa di non perdere traffico e clienti = € 3.860.164

Ma è mai possibile che un numero così esiguo sulle oltre diecimila agenzie italiane che compongono la rete di distribuzione, generino tutti questi milioni di euro in appena 10 giorni? E se ci fossimo sbagliati per eccesso? Bene, allora dimezziamo tutto e togliamo gli spicci. Restano sempre DUE MILIONI DI EURO in 10 giorni. Una media di 285 euro al giorno per 700 agenzie, un “sacrificio” semplicemente ridicolo, una specie di “fioretto” commerciale, non sembrerebbe neanche un vero boicottaggio, di quelli furibondi.

Alla luce di ciò dovremmo quindi chiederci quale potenza commerciale rappresentano mille, duemila, diecimila agenzie che pretendono il riconoscimento dei propri, insindacabili, diritti, e quali colossi dai piedi d’argilla sono i vari big del turismo che, senza la rete di distribuzione, non camperebbero un solo giorno.

Calcolate, gente, calcolate...

articolo di Dario Nicola SCUTO