Circa tre mesi fa, in compagnia di altri colleghi della stampa, ho assistito ad un interessantissimo dibattito a Udine dove, tra gli argomenti affrontati, vi era quello dell’abusivismo turistico e della percentuale di lavoro – si parlava di gruppi – che questa pratica illecita sottrae al mercato agenziale.

Il Vice Presidente Fiavet, Roberto Cividin, stimava questa in un bel 27% mentre, dai dati espressi dal presidente di Autotutela, Fulvio Avataneo, la percentuale lievitava fino a un 32%.  Dati di poco discordanti ma, certamente, importanti.

Neppure un mese dopo, a Reggio Emilia, lo stesso problema dell’abusivismo turistico veniva affrontato davanti ad una platea di agenti di viaggio da Assoviaggi, che seppure non fornendo dati reputava il fenomeno molto diffuso, e Autotutela, che riportava gli stessi dati di un mese prima fortunatamente non aumentati in quei pochi giorni.

Aldilà dei numeri, Fiavet, Assoviaggi e Autotutela – per una volta – concordavano su quanto fosse preoccupante il fenomeno di chi, infischiandosene di tutto e tutti, decide di “fare l’agente di viaggio” dalla sera al mattino, senza preoccuparsi di sapere ciò che fa, senza preoccuparsi delle leggi, senza preoccuparsi dei danni che creerà ai consumatori.  L’importante è portare a casa quattrini.

La scorsa settimana, Mi Manda RAI3 ha ospitato alcune decide di malcapitati clienti di una “associazione” – così definita da due avvocati sicuramente giovani e probabilmente inesperti – che da ben dieci anni vendeva pacchetti per Maiorca o Cancun, crociere nel Mediterraneo o nei Caraibi, voli per qualsiasi destinazione o pacchettini per week end nelle capitali europee.

La vendita di pacchetti e pacchettini è andata avanti finché non ha sostituito questi articoli con un “pacco”, appunto quello che ha portato gli arrabbiati in televisione.

E in quella circostanza mi sono posto due domande, una alla quale mi auguro vogliano rispondere i T.O. che (lo sappiamo bene…) ci leggono quotidianamente, l’altra che esige risposta da qualche avvocato, di fede “Autotutela" o meno.

La prima. Ma com’è che questi ABUSIVI – perché questo sono – possono vendere tranquillamente i prodotti degli stessi T.O. che dalle ADV pretendono di tutto mentre ai banditi non possono chiedere nulla?  E… Attenzione!  Abbiamo nome e cognome di qualche T.O. i cui promoter visitano regolarmente gli abusivi, e che alle giuste rimostranze di qualche agente rispondono… “Che vuoi, quello vende più di te!”.  Signori T.O., non pensate che, seppure si parli di business, l’onestà non debba proprio essere posta di fianco alla carta igienica ma innalzata a livello superiore?

La seconda, agli avvocati. Se vendere prodotti e servizi turistici è un illecito quando la vendita è compiuta da chi non ne ha titolo, il fornire a costoro – gli ABUSIVI – i prodotti da vendere pur avendo la consapevolezza della loro irregolarità, può essere considerato un “concorso” qualora succeda un patatrac?  E ancora: se viene alla luce un ABUSIVO che si è messo in tasca i soldi dei viaggiatori senza dar loro neppure un broccolo – vedi ultimo il caso di Napoli della Holiday Bank Travel Club (ns. articolo del 13 febbraio u.s.) – e si acclara che operava da ben 10 anni, è possibile citare per “concorso” gli Enti Pubblici che non hanno vigilato? Chiedo questo perché mi pare impossibile che per dieci anni si possa lavorare senza licenza, senza assicurazioni e senza che nessuno dalla Provincia venga a bussare alla porta. A meno che… Ma no, a pensar male basta Andreotti.

Il Grillo sarà un rompiscatole, ma non credete anche voi che una risposta sia d’uopo?

Il Grillo S..parlante by Autotutela