Il Tribunale Fallimentare di Milano ha convocato in data odierna i rappresentanti della società ORH Group S.p.A. nei confronti della quale è stata proposta istanza di fallimento; i legali del gruppo non hanno fatto alcuna opposizione e si sono dichiarati pronti a consegnare i documenti sociali. La ORH GroupS.p.A. è proprietaria di parecchi brand noti nel mondo del turismo, tra i quali My Africa, Un Altro Sole, AlbaTour e Columbus.

Molti di voi ricorderanno che ORH cessò materialmente - e bruscamente - la propria attività venerdì 4 ottobre 2013, quando a diversi turisti venne rifiutato l’imbarco sull’aereo che avrebbe dovuto condurli in Kenya e a Zanzibar. Il giorno successivo, poi, toccò ai passeggeri destinati all’area caraibica.

Si parlò di uno “stop momentaneo” necessario a riorganizzare l’azienda, ma già allora era chiaro che un’altra azienda turistica italiana scompariva in maniera assai poco gloriosa, alla pari di tante altre che l’avevano preceduta. I motivi? Sarà la magistratura a far luce sulle vicende che hanno portato il gruppo allo sfacelo: ciò che sappiamo è che le denunce sono tante, e che le responsabilità saranno sicuramente accertate.

Il silenzio sulle sorti di ORH, durato ben quattro mesi, ha impedito a molti creditori di agire, non essendo mai stato chiaro il pensiero degli azionisti, a loro volta impediti dalle “scoperte” che ogni giorno si trovavano ad affrontare; AUTOTUTELA, prudenzialmente, aveva suggerito agli agenti di viaggio di guidare i clienti danneggiati al Fondo Nazionale di Garanzia, unico e prezioso strumento messo a disposizione dei consumatori dal legislatore nei casi di insolvenza o fallimento dell’organizzatore o del venditore del pacchetto: tempi lunghissimi, ma si diventa creditori di uno Stato che, alla lunga, paga.

Da oggi – o, meglio, da quando il curatore fallimentare inviterà i creditori ad inviare la domanda di ammissione al passivo – i viaggiatori e gli agenti di viaggio avranno una seconda possibilità (probabilmente remota...) di tentare il recupero delle somme versate a fronte di viaggi mai goduti, seppure il passivo si preannunci molto importante a fronte di un attivo piuttosto esiguo.

Ma per la prima volta – almeno a nostra memoria – il viaggiatore rimasto preso nella tagliola potrebbe avere un’ulteriore chance derivante dalla dichiarata volontà da parte della Clear Leisure Plc – maggiore azionista della società fallita – di rimborsarli per quanto da loro speso, e questo pur non avendo alcuna responsabilità sull’accaduto: la ClearLeisure, società di diritto inglese che col fallimento della ORH S.p.A. vede sfumare i propri investimenti di svariati milioni di euro, possiede altri interessi nel settore turistico, sia in Italia che all’estero, e rimborsando i viaggiatori intenderebbe sottolineare la precisa volontà di tutelare il proprio marchio e le proprie imprese.

Ciò che bisognerà capire è se il Tribunale acconsentirà a questo “rimborso” senza obiettare o se, al contrario, ravviserà in quest’idea l’ipotesi di una violazione della par conditio creditorum, ovvero della parità di trattamento dei creditori. E’ necessario precisare chela ClearLeisurePlc non ha obblighi nei confronti di alcun creditore, e l’eventuale rimborso a favore dei viaggiatori non intaccherebbe il patrimonio sociale, né i crediti del medesimo.

Ovviamente staremo a vedere…