Sono passati dieci giorni da quando la Farnesina ha esteso lo “sconsiglio” egiziano applicandolo anche alle strutture ricettive del Mar Rosso e decretando, in questo modo, la totale disfatta di diversi tour operator fortemente interessati a quell’area.

Intendiamoci… Non vogliamo dire che domattina i vari Eden Viaggi, Alpitour, Settemari, Phone& Go, Veratour, Swan Tour e il resto dell'allegra brigata finiranno davanti al Giudice fallimentare, ma semplicemente che la loro reazione di fronte ad un evento peraltro non del tutto imprevedibile non mancherà di produrre loro effetti negativi in termini d'immagine, sia nei confronti degli agenti di viaggio che dei viaggiatori.

Di “arrampicate sui vetri” ne avevamo viste tante, ma crediamo che tra ASTOI e operatori turistici questa volta abbiano toccato vette inaspettate e impareggiabili!  Il “piegare” le norme di legge alle loro necessità economiche non può certo passare inosservato, né può essere giustificato: se le Leggi non sono giuste – e in questa circostanza non abbiamo dubbi sia così – si deve lavorare per cambiarle, ma non certo ignorarle o violarle scavalcando la barriera che separa gli onesti dai disonesti.

Ma proviamo a capire il motivo del rifiuto al rimborso delle “quote di iscrizione” ad un consumatore che avrebbe tutto il diritto a vedersi restituire l’intera somma pagata:  le stime sul Mar Rosso indicano la presenza di circa 15/20.000 turisti italiani, con un ricambio pressoché settimanale. Considerando il valore minimo – 15.000 turisti – e la somma mediamente trattenuta ad ogni consumatore – 100 euro – abbiamo una “trattenuta” globale pari a un milione e mezzo di euro a settimana!

In quale percentuale i clienti decideranno di far causa ai T.O. per riavere il dovuto? Il 5% ? Il 10% ?  Per quanti siano, gli operatori ci guadagneranno sempre grazie ai loro comportamenti illeciti e indecenti. Si, perché vedere aziende di quel peso che si prendono – ingiustamente – i soldi di quei clienti che proprio loro dovrebbero tutelare, è indecente.

E la cosa più bella è che, di fronte alle contestazioni di agenti e clienti, questi fenomeni cosa fanno? Sventolano il comunicato dell’ASTOI che – nel loro ragionare – assume un valore “biblico” in quanto consente loro di tenersi in tasca i soldi. Che poi quel comunicato valga meno di un foglio di carta igienica è assodato…

Bene, e ora che si fa?  Noi – lo ripetiamo – suggeriamo a tutti i consumatori gabbati di denunciare questa appropriazione alla Procura: una denuncia non costa nulla, e non è detto non si trovi qualche anima pia che voglia sostenerla davanti ad un Magistrato. Poi c’è l’alternativa,  l’italica “presa nella saccoccia”.  Se volete, c’è posto…

Comunque, sul nostro sito – menù, ultimo tasto a destra titolato SOS EGITTO – troverete informazioni e suggerimenti utili.