Cosa succede in casa Holding Vacanze e Pinguino Viaggi?  Del fatto che i due soci di Holding Vacanze – Ivano Zilio e Giovanni Pellegrini – non andassero d’amore e d’accordo già si sapeva, ma che fossero arrivati al punto di dichiararsi “silenziosamente” la guerra, questo no. Eppure la guerra c’è…

Nel corso degli ultimi mesi,  AUTOTUTELA era stata più volte contattata da affiliati al network Pinguino Viaggi che lamentavano una serie di situazioni da loro ritenute vessatorie ed insostenibili, ed alcuni di essi si erano addirittura rivolti ai legali per tentare di trovare soddisfazione ad alcune azioni definibili, perlomeno,  di “dubbio gusto”. Pur considerandole attentamente, erano state ritenute ne più ne meno che le regolari "scaramucce" presenti all'interno di ogni rete tra affiliati e casa madre.

Ieri, però, alcune nuove segnalazioni ci hanno fatto scattare un campanello d’allarme che abbiamo voluto verificare scoprendo che la situazione è più complessa di quanto possa apparire ad un osservatore esterno: Holding Vacanze ha un capitale sociale di 60.000 euro ripartito al 50%  tra due società, la Giona s.r.l. (che rappresenta le agenzie a marchio Pinguino Viaggi) e Primarete Viaggi e Vacanze s.r.l.,  in rappresentanza delle agenzie dall'omonimo marchio.

L’ultimo bilancio presentato in Camera di Commercio risale all’esercizio 2010, bilancio chiuso con un utile d’esercizio di poco superiore agli 8.000 euro. Del bilancio d’esercizio del 2011 non esiste traccia: la Camera di Commercio di Padova ha confermato che questo bilancio non è mai stato depositato nonostante le normative obblighino le società di capitale all’approvazione entro il 30 aprile e al deposito nei 30 giorni successivi.

Per quale motivo tale bilancio non è stato depositato? Molto semplice:  perché l’esercizio 2011 di Holding Vacanze si è chiuso in perdita con obbligo di Legge di ricostituzione del capitale sociale, e i due soci (entrambi o uno solo, non si sa...) non hanno voluto mettere mano al portafoglio per il ripianamento, scegliendo di non presentare il bilancio.

Aldilà della violazione degli obblighi di Legge - e delle previste sanzioni e pene a carico degli amministratori - è palese che  agli affiliati  i dubbi sulla consistenza economica societaria, così come le perplessità e le paure ad  operare all’interno di un’azienda nella quale i soci si creano apertamente sbarramenti l’uno con l’altro, nascono, accrescendo e acutizzando preoccupazioni più che legittime.

Le indiscrezioni che filtrano da Pesaro e Padova fanno intravedere uno scenario dai molteplici risvolti tutti potenzialmente pesanti, quali, per dirne uno, la liquidazione della società, con indubbi riflessi negativi sulle tante filiali che operano grazie all’estensione di licenza da parte della casa madre.

Inoltre – ed è lecito chiederselo – l’impossibilità (o l’assenza di volontà, che sarebbe peggio…) di ripianare le perdite del 2011, potrebbe prefigurare difficoltà nei rapporti economici con i fornitori tali da rendere critica la posizione degli affiliati stessi?

Vogliamo girare dubbi, perplessità e domande provenienti dai tanti affiliati (che hanno pagato anche 35.000 euro per entrare in gioco, oltre a royalties, fidejussioni, ecc. ecc.) a Ivano Zilio, presidente del CdA di Holding Vacanze, pregandolo di rispondere pubblicamente con la sincerità e la lealtà che, da sempre, contraddistinguono il suo operato: queste persone meritano risposte.

I giochi di potere e di quattrini non possono coinvolgere chi, nell’affiliazione, cerca la possibilità di crearsi un lavoro e un futuro. Non sarebbe giusto, non sarebbe onesto.