Pochi giorni fa è risuonato alto, dalle pagine di Facebook, un grido d’allarme lanciato da un agente di viaggio milanese: “Ma c’è da fidarsi davvero dei tour operator italiani?”.  Inutile soffermarsi sui commenti, giacché il post del collega partiva da uno “storico” indiscutibile rappresentato da marchi quali Parmatour, Going, Club Vacanze, Festival Crociere e MaxiTraveland fino a giungere ai più attuali Viaggi del Ventaglio, Columbus, Vacanze nel Mondo….

…e giù giù fino agli innominabili Teorema, Todomondo e Sprintours, colpevoli di aver coscientemente “tirato il pacco” ad un numero incredibile di agenti di viaggio e loro clienti.

Chiaramente, il commento “sparato” sul più frequentato social network del mondo ha richiamato parecchia attenzione da parte di agenti di viaggio, giornalisti di settore e addetti ai lavori di ogni parte, inclusa la nostra. E siccome già da mesi ci stavamo guardando intorno alla scoperta di aspetti particolarmente positivi (nessuno…) e negativi (infiniti…) del settore, abbiamo voluto dare un’occhiata a qualche portafoglio facendoci aiutare da alcuni network.

Perché proprio dai network? Ovvio… Essendo, questi, “incastrati” tra la produzione e la distribuzione, ed economicamente obbligati a sostenersi attingendo alle tasche dell’una e dell’altra, ci sono parsi i più qualificati a rispondere a poche quanto semplici domande.

Qual è la salute degli operatori turistici italiani? Le risposte – ahinoi… - non sono delle migliori: tutti – ripetiamo tutti – i network da noi contattati hanno confessato di essere ancora oggi – metà luglio – in attesa di ricevere i quattrini delle over commission pattuite con i T.O. per l’esercizio 2011. Contratti scaduti alla fine di ottobre dell’anno scorso – quasi nove mesi fa – ancora privi di soluzione economica nonostante le diverse reti abbiano lavorato un anno intero spingendo e promuovendo i prodotti dell’uno e dell’altro.  E la cosa grave è che i nomi degli “insolventi” non sono mica da ricercare tra le varie “Pizzificchio Viaggi” o “SuliSuli Tour”… No no, i nomi sono quelli di operatori che tutti i giorni ci inviano le loro mail e i loro fax decantandoci le loro destinazioni e che quando devono incassare ci “sfracellano” gli attributi se il pagamento non arriva con la puntualità di un orologio svizzero!

Quindi, alla domanda “Ma c’è da fidarsi davvero dei tour operator italiani?”, l’unica risposta possibile è NO. E pur essendo una risposta generalizzante, e quindi non adattabile a tutti i T.O., è necessario dire che tra gli “insolventi” vi sono compagnie crocieristiche, operatori dediti al lungo raggio, al Bel Paese o al Mar Rosso, tutti di primo piano.

Ma il problema dei T.O. che non pagano ci ha fatto sorgere un altro dubbio: e le agenzie di viaggio... Quelle, pagano?

Che paghino i T.O. è abbastanza regolare, anche se vi sono alcune eccezioni, ma nei confronti dei network come si comportano? E qui, su questo punto interrogativo, è caduta la seconda tegola: le agenzie di viaggio faticano molto a pagare le fee richieste loro dalle reti di appartenenza, tant’è che queste ultime non hanno nascosto il profilarsi di una situazione tutt’altro che rosea.

Domani si terrà la riunione dell’Ainet – Associazione Italiana Network – dove più di un’azienda pare interessata a discutere di un futuro sempre meno certo, con operatori ed agenzie di viaggio sempre più schiacciati dal peso della crisi economica e dei relativi tagli alle spese, e con le spese di gestione dei network che non consentono privazioni di alcun genere.

Inoltre, parecchi tour operator (già, abbiamo parlato anche con loro…) reputano “inutili e controproducenti i network”, considerandoli incapaci di portare nuova clientela alle agenzie e di realizzare sostanziali mutamenti nelle “abitudini commerciali” delle stesse. Insomma… Bravi a chiedere le over ma molto meno a guadagnarsele!

Quindi, la povertà regna ovunque, e le preoccupazioni pure. Non ci resta che aspettare la fine di questa estate rovente, in tutti i sensi, per fare i conti di un 2012 che non perdonerà nessuno.