Se fossimo nelle sale chirurgiche di un ospedale, piuttosto che nelle sedi di molte agenzie e di quasi tutti i tour operator, le sole parole a risonare sarebbero “…lo stiamo perdendo… lo stiamo perdendo…!”  con riferimenti chiari ed inequivocabili all'irrecuperabile momento stagionale ed al cliente. Un momento stagionale tuttora alla linea di partenza – e con scarsissima voglia di lanciarsi in pista – ed un cliente che pare ormai essere una specie in via di estinzione.

Sarà colpa della crisi economico-finanziaria globale, dell’IMU, della Merkel o di qualsiasi altro diavolo di cosa, ma fatto sta che la stagione estiva sulla quale tutti gli operatori contavano per risollevare (anche poco…) le sorti delle loro aziende, non accenna a partire. E, insieme alla stagione, restano al palo anche tutti gli operatori del settore con i loro impegni, piccoli o grandi.

Alpitour segna all’incirca un bel – 50% rispetto alle vendite del 2011, che già ricordiamo come anno disgraziatissimo: una percentuale che seppure sia riferita particolarmente ad alcune destinazioni non si distanzia di molto da tutte le altre, anch’esse in caduta libera.  E, a quanto pare, anche l’operazione legata all’acquisizione delle quote di BravoNet e HP non funziona in maniera soddisfacente, tanto che qualche mugugno pare si sia già levato dai nuovi vertici aziendali…

MSC soffre molto: colpa della crisi che dai trasporti merci si è trasferita al mercato crocieristico, colpa di politiche commerciali talmente confuse – si potrebbero definire da mercato rionale… - da non essere ricordate nemmeno dai promoter che vanno raccontandole in giro, colpa del mai sopito tentativo di imporsi nei confronti dell’eterna prima della classe, sta di fatto che anche MSC è in difficoltà nel mantenere budget e impegni.

E basterebbero i dati di questi due prim’attori del mercato a farci capire che questo 2012 ci farà soffrire come non mai, e che anche il 2013 sarà durissimo e totalmente privo delle certezze che tutto il mercato ricerca. Ma purtroppo la realtà è peggiore… Infatti esistono anche i casi di operatori ormai decotti, salvati in extremis dall'interesse di qualche compagnia charteristica interessata solo a far volare i propri aeroplani, e che - per questo - ritiene opportuno mantenere in vita (sempre sotto ossigeno) qualche T.O. inutile.  Utili?  No, non servono, l'importante è che facciano volare gli aerei anche "massacrando" i prezzi dei pacchetti. Chi se ne frega...

In questi giorni abbiamo contattato tutti i tour operator più conosciuti, e da tutti abbiamo sentito le stesse parole: “Tutto fermo… Non si vende… Difficile sapere se si sopravvive…”.  Non sono parole nostre, ma loro.  E non sono parole dette “tanto per dire” ma, piuttosto, sono la fotografia di un settore che sta cambiando radicalmente forma. Uno di questi operatori, più attento ai numeri di altri, ci ha posto una domanda: “Ma se i nostri dati, quelli di noi T.O., indicano una media del – 40% sulle vendite, perché i dati delle agenzie di viaggio indicano invece un – 30% circa?”

Semplice: come sempre, le agenzie di viaggio stanno dimostrando una maggior capacità di adattamento alle mutazioni adeguandosi alle richieste del mercato meglio e di più rispetto a quanto sappiano fare i T.O., e – soprattutto – stanno diventando anch’essi piccolissimi travel organizer, by-passando soprattutto gli operatori che per anni hanno prodotto il classico tailor-made ricaricandolo a piacimento.

Difficile disegnare il domani, ma comunque si voglia procedere sarà bene tener conto che i punti di riferimento del settore – appunto i big T.O. – non esistono più. Il mercato non lo decidono più i “pochi” ma lo creano e lo creeranno sempre di più i consumatori, che nessun T.O. è stato in grado, finora, di seguire nelle sue logiche.  Ci riusciranno le agenzie?  Forse si: dovranno imparare a far sistema sganciandosi da reti obsolete e legandosi a progettualità più sociali che imprenditoriali, ma forse saranno proprio le agenzie a spuntarla sulla lunghezza. Vedremo.