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Quando il dramma sconfina nel ridicolo...
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Un post del 15 gennaio u.s. appeso ad una pagina personale di Facebook, nel descrivere la storia di un incontro tra un’associazione della nostra categoria ed un funzionario del Ministero del Turismo, recita testualmente un passo che ci è stato segnalato da più colleghi, e precisamente: “…gli incontri saranno dati a tutte le altre associazioni quando li chiederanno. Nessuna preferenza. Solo una risposta dovuta ad una RICHIESTA fatta. In verità doveva essere un incontro comune con tutte le maggiori associazioni, rimandato perché un escluso ha fatto diffide e minacce, remando contro l’unione e i risultati di tutti…”
Noi non ci crediamo. Noi non crediamo che un ministero possa decidere di escludere un’associazione da un tavolo di lavoro quando la stessa rappresenta decine, centinaia e addirittura migliaia di imprese, tutte con interessi, aspettative e speranze legate proprio agli incontri tra rappresentanze e istituzioni.
Un ministero è, concettualmente, un “sacrario” del lavoro, della salute, dello studio. I loro più alti rappresentanti si chiamano Ministri, esattamente come quelli della chiesa, e i Ministri del Governo, nei ministeri, incontrano i cittadini, i lavoratori, le loro rappresentanze e le forze sociali. Ce lo spiega la Costituzione.
Un Ministro non esclude, ma – al contrario – include, perché è proprio la stessa Costituzione a ricordarci che siamo tutti uguali, sia quali singoli che nelle formazioni ove i singoli si uniscono. E ancora ricorda che “…limitando l’uguaglianza si impedisce la piena partecipazione dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ma anche se volessimo prestar fede a chi afferma che un ministero abbia agito scorrettamente, oltre che in aperto contrasto con la Costituzione, dovremmo anche credere che colui che avesse preso la già di per sé gravissima decisione di “escludere” lo racconterebbe a chicchessia consentendogli di violare – a sua volta – quella segretezza “…di ogni forma di comunicazione…” che è un altro degli inviolabili diritti costituzionali di ogni italiano?
No, io non ci credo. Noi non ci crediamo.
Io non credo che in un qualsiasi ministero del nostro Paese vi sia qualcuno così privo di etica e di rispetto da arrivare ad “escludere”, da venir meno ai propri obblighi. Enrica Montanucci ha scritto questo, ha scritto che il ministero (ma chi? Un ministero è fatto di persone, di uomini, di donne…) le avrebbe raccontato dell’intenzione di escludere un’associazione da un tavolo di confronto comune.
Allora, se è davvero così, dica il nome del funzionario intenzionato ad escluderla e dica il nome dell’associazione che avrebbe dovuto essere esclusa. E se Enrica Montanucci sa tutto questo, allora ne dica anche il motivo, per completezza di racconto.
Se non lo farà Enrica Montanucci, allora ci auguriamo vorrà farlo lo stesso ministero al quale già domenica abbiamo chiesto chiarimenti su una vicenda che – per quanto sia solo il racconto di una persona – getta una pessima ombra sull’operato del Governo, dei suoi ministeri, dei suoi funzionari.
Qualcuno risponderà…
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