BLU CLUB, altra “perla” del diadema della famiglia Scotti, Scotti & Scotti, è fallita.  La società che si occupava degli animatori dei villaggi Blu Club risultava di proprietà di Andrea e Vittoriano Scotti ed era stata al centro di grandi discussioni agli inizi del 2009, quando lo scontento degli animatori – non pagati – era emerso con prepotenza all’attenzione degli addetti ai lavori.

Dopo aver cambiato nome e indirizzo seguendo la prassi regolare per ogni azienda gestita da questa eclettica famiglia, la BLU CLUB si è presentata davanti al Giudice del Tribunale Fallimentare di Milano che ne ha decretato la fine fissando la prima udienza di verifica del passivo alle ore 12:00 del 6 ottobre 2010.   Sentenza Fallimento BLU CLUB

Ed è un altro pezzo che se ne va. Giustamente, aggiungiamo, se non altro per essersi presa gioco di un sacco di giovani, italiani e non. Infatti, nel 2009, preso atto della rivolta degli “schiavi”, e cioè degli animatori che, non paghi della gloria che ottenevano lavorando per un’azienda di tale prestigio, volevano anche essere pagati, la BLU CLUB iniziò ad importare mano d’opera dal Brasile, altri giovani volenterosi reclutati per far divertire i clienti paganti dei villaggi.

Questi, ignari di quanto già avveniva in Italia, arrivavano carichi di belle speranze e facevano la stessa fine degli animatori italiani. Tra l’altro… Nessuno pare si sia mai chiesto con quali modalità venivano assunti…

Comunque, basta animazione. Ora tutti molto seri, anche nella scelta dei nomi. Il primo – GENEVA ROTH – da, già da solo, l’idea di un dobermann che abbaia. Eppure nasce con l’idea di diventare un nuovo tour operator e, come tale, si è già proposto all’attenzione del mercato per l’essere senza licenza (ad un T.O. fornitore è stato assicurato che sarebbe stata volturata la licenza di Simply Travel, già di Andrea Scotti) e per aver creato un teatrino di “prestanome” fantastico.

E mentre assistiamo alle esplosive iniziative di Andrea Scotti, esplosive come quelle di tutto il resto della famiglia in quanto destinate a fare un altro botto, iniziamo a fare alcune riflessioni:

  • il fallimento di Todomondo ha lasciato un buco di 15.000.000 di euro e il curatore ne ha recuperati a malapena 15.000
  • il fallimento di Teorema ha un buco ancor maggiore, e pare che una gran parte del buco sia da attribuire a somme dovute… Dalla famiglia Scotti stessa!
  • I curatori fallimentari sono in possesso dei computer sui quali giacciono tutti i movimenti contabili e le concatenazioni tra aziende utili a fare un po’ di luce su questo crack annunciato. Usarli?
  • Anche la Guardia di Finanza dispone di molte informazioni che consentono di tracciare il percorso dei soldi che entravano dalla porta e uscivano dalla finestra.
  • Gli inquirenti – tutti insieme – hanno l’enorme fortuna di poter disporre della collaborazione di parte della forza lavoro ex Teo & Todo, e non parliamo dei fattorini ma dello squadrone “contabilità & amministrazione”, vera memoria storica delle aziende in grado di ricostruire giorno per giorno ogni schifezza compiuta dalla premiata ditta.

E ora una domanda:  finisce tutto in una enorme presa per il culo o un po’ di galera vogliamo farla vedere a chi ha truffato miglia di clienti, centinaia e centinaia di collaboratori e fornitori, questi ultimi sparsi in tutto il mondo?

C’erano proprietà immobiliari in Spagna: che fine hanno fatto? C’era un intero palazzo in Largo Augusto ceduto in più fasi successive: vogliamo esaminare i passaggi di proprietà? Da qualche parte c’è una IA Partners che ha versato soldi a Todomondo, e non in contanti: vogliamo seguire questi soldi e capire dove sono andati? C'è una società - la MOSCO s.r.l. di MOntrucchio e SCOtti - che ha alle spalle ben tre fiduciarie e alla quale giungono svariati milioni di euro a diversi ma non chiari titoli: vogliamo provare a smontare questo gioco di scatole cinesi?

Infine, un avviso per i naviganti.  La famiglia Scotti ha fatto più danni della peste e non c’è da stupirsi se l’intero mondo delle vacanze organizzate non la vede di buon occhio. Nello stesso modo non si vede di buon occhio chiunque – oggi – tenda loro una mano per farli rientrare in gioco.  Se si pensa che col tempo noi allenteremo la presa… Tutto sbagliato, anzi la rafforzeremo: se uno Scotti lavorerà con un qualsiasi T.O. e noi avremo modo di dimostrarlo, metteremo tutto il nostro impegno nello spiegare a questo operatore che le porte del turismo, per questi signori, devono chiudersi per sempre.  E non si dica che non abbiamo avvisato...